In questo articolo rispondiamo a un lettore, che ci ha chiesto lumi sul BTp marzo 2036 e cedola 1,45% (ISIN: IT0005402117), il nuovo “benchmark” del Tesoro a 15 anni, emesso questo mese con grande successo, tanto da avere attratto ordini per una cinquantina di miliardi di euro, a fronte dei soli 9 collocati sul mercato. La domanda verteva sulle cedole semestrali, in quanto le date in cui maturano vanno dall’1 marzo all’1 settembre e dall’1 settembre all’1 marzo di ogni anno. Poiché la data di regolamento è stata fissata per il 18 febbraio e formalmente il primo giorno utile per maturare la cedola sarebbe per l’appunto l’1 marzo, il periodo compreso tra queste due date è andato perso ai fini della cedola?

Correggiamo la precedente risposta, grazie a un altro lettore, che effettivamente ci ha fatto notare quanto segue: il primo tasso semestrale che verrà corrisposto in data 1 settembre 2020 eccezionalmente risulterà superiore allo 0,7250% ordinariamente dovuto, essendo stato fissato dal Tesoro allo 0,7728%.

La differenza (al rialzo) dello 0,0478% corrisponde esattamente ai 12 giorni che vanno dal 18 febbraio (incluso) al 29 febbraio. Trattasi del rateo che verrà riconosciuto all’obbligazionista per avere acquistato il bond anticipatamente alla prima data di maturazione della cedola.

Dunque, non si perde alcun giorno, perché gli interessi corrisposti coprono esattamente dal 18 febbraio. Quel plus che verrà messo in pagamento l’1 settembre prossimo incide per il 3,3% dell’intera cedola annuale. E non a caso, i 12 giorni a cui facciamo riferimento incidono per il 3,3% dei 365 giorni dell’anno, quelli utilizzati come base di calcolo. Ci scusiamo con il lettore a cui avevamo dato una prima risposta un po’ differente.

BTp marzo 2036: c’è un “buco” di 11 giorni?

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