Manca meno di un mese alla scadenza del BTp Italia 20 aprile 2023 (ISIN: IT0005105843), di cui in circolazione vi sono titoli per un controvalore di quasi 9,4 miliardi di euro. L’emissione risale alla primavera del 2105, per cui il bond debuttò sul mercato sovrano italiano con una durata di otto anni. Oggi, sul MoT di Borsa Italiana si acquista a 99,90 centesimi. Ed è perfettamente normale che quoti intorno alla pari, dato il rimborso imminente. Il Ministero di economia e finanze ha reso noto il tasso di rivalutazione dell’ultima cedola semestrale staccata.

Farà riferimento al periodo compreso tra 20 ottobre 2022 e 20 aprile prossimo.

Ultima cedola elevata

Poiché l’indice FOI di riferimento per il semestre in corso è di 112,85161, la rivalutazione sarà pari al 4,94%. Vediamo cosa significa nel concreto per i possessori del BTp Italia 2023. Il capitale sarà rivalutato per ogni 1.000 euro nominali a 1.049,40 euro. La cedola semestrale dello 0,25% sarà calcolata su questo dato. Pertanto, il Tesoro alla scadenza rimborserà il capitale investito più 49,40 euro lordi a titolo di rivalutazione per l’ultimo semestre e 2,62 euro per la cedola anch’essa rivalutata. Complessivamente, il tasso sarà pari al 5,20%, dato dalla somma tra rivalutazione del capitale e della cedola. Ai sottoscrittori individuali, poi, sarà corrisposto anche un premio fedeltà dello 0,40%, cioè di 4 euro lordi su 1.000 euro di capitale.

Un finale con il botto. Incassare il 5,2% lordo per un solo semestre è tantissimo, sebbene rifletta la peculiarità del momento con un’inflazione italiana ancora altissima. Pensate che quando il BTp Italia 2023 fu emesso, scontava un’inflazione attesa pari a circa lo 0,60% medio all’anno. Infatti, la cedola reale dello 0,50% si confrontava con circa l’1,10% offerto nello stesso periodo dal BTp a 8 anni con cedola fissa. E com’è andata effettivamente? L’inflazione cumulata tra l’aprile del 2015 e il febbraio di quest’anno (ultimo dato disponibile) è stata del 18,50%, pari a circa il 2,15% medio all’anno.

BTp Italia 2023 premia obbligazionisti

Dunque, il BTp Italia 2023 si è rivelato inaspettatamente un investimento favorevole all’obbligazionista, il quale ha potuto incassare cedole complessive superiori a quelle che avrebbe potuto ricevere investendo nel bond di pari durata con cedola fissa. Certo, c’è da dire che la convenienza è arrivata tutta nell’ultima fase di vita del titolo. Se questo fosse arrivato a scadenza due anni fa, ad esempio, l’inflazione cumulata dall’emissione si sarebbe fermata al 3%, pari a neppure una media annua dello 0,50%.

Questi dati ci aiutano a fare luce sulle valutazioni del mercato che spesso si rivelano errate a posteriori per il verificarsi di eventi imprevisti e imprevedibili. Ed è stato così con il BTp Italia 2023 tra pandemia e guerra. Nessuno all’emissione di otto anni fa avrebbe potuto immaginare cosa sarebbe accaduto nel futuro. Tuttavia, scontare un’inflazione media così bassa è stato probabilmente un errore, perché alla lunga risulta difficile credere che i prezzi al consumo restino poco variati. Essi risentono di svariati accadimenti internazionali, tra cui le fluttuazioni delle quotazioni di materie prime e derrate alimentari. Anche in questa fase, comunque, i BTp Italia segnalano basse aspettative d’inflazione, quasi al limite del credibile.

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