Il Tesoro emise il primo BTp green nel marzo scorso. Lo ha fatto con una scadenza lunga: 1 aprile 2045 e cedola 1,5% (ISIN: IT0005438004). Il bond ha vissuto una fase calante fino alla metà di maggio, in linea con l’andamento generale del mercato obbligazionario. Successivamente, ha iniziato a registrare una vigorosa ripresa dei prezzi. E anche in questo caso, ha seguito il trend generale.

Oggi, il BTp green si acquistava sul mercato secondario a una quotazione di 102,50, cioè nettamente sopra la pari.

Rispetto ai minimi toccati nel maggio scorso, siamo a un rialzo di oltre l’11%. Allora, infatti, la quotazione era sprofondata a poco più di 92 centesimi. Se un obbligazionista lo avesse inserito in portafoglio tre mesi fa, oggi si porterebbe a casa non solo la plusvalenza a doppia cifra, ma anche un quarto della cedola annua, cioè qualcosa come circa lo 0,37%. Al netto della tassazione, il guadagno complessivo sarebbe del 10,10%.

BTp green, spread in calo con il bond ordinario

Niente male per un bond sovrano in così breve tempo. Attualmente, il rendimento netto è dell’1,19%. Si confronta con lo 0,96% offerto dal BTp 2044, l’altra scadenza del Tesoro più vicina. A conti fatti, il BTp green continua a rendere decisamente di più del bond ordinario con cui risulta possibile effettuare un confronto diretto: +23 punti base. Tuttavia, ai minimi di maggio il differenziale del rendimento netto era di 32 punti base. Questo restringimento ci dice che il BTp green avrebbe acquisito maggiore appeal rispetto a qualche mese addietro. Al debutto, lo spread fu di 21 bp, sostanzialmente simile a quello attuale.

Eppure, il BTp green ha dinnanzi a sé potenzialità da non sottovalutare. I fondi d’investimento sono da tempo a caccia di titoli “verdi” per rispondere alla richiesta dei clienti. E la BCE potrebbe concentrarsi nel prossimo futuro proprio su questo segmento, al fine di sostenere la transizione ecologica dei governi e dello stesso mercato.

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