Dal prossimo 8 novembre il Tesoro collocherà il quarto BTp Futura, stavolta di durata pari a 12 anni. Sappiamo che si tratta di un bond destinato solamente alle famiglie, per ciò detto “retail”, con cedole crescenti e rendimento effettivo parzialmente legato all’andamento dell’economia italiana tramite il premio fedeltà. Mai come in questi mesi, con un rimbalzo del PIL reale atteso in area 6%, titoli simili fanno gola. La stessa accelerazione dell’inflazione rende il bond maggiormente conveniente di una scadenza di pari durata con cedole fisse.

A proposito di cedole per il nuovo BTp Futura, quali e quante saranno? Il Tesoro ha già fatto sapere che i “gradini” saranno due, cioè avremo una prima cedola per i primi 4 anni, una seconda per i successivi 4 e una terza per gli ultimi 4. La loro entità sarà comunicata in data 5 novembre, cioè il venerdì prima dell’avvio del collocamento. Al termine di esso, il Tesoro si riserverà la facoltà di aumentare la seconda e la terza cedola, mentre la prima resterà fissata ai valori resi noti alla vigilia.

Le possibili cedole del BTp Futura a 12 anni

Di quali tassi d’interesse parliamo? Per capirlo, dobbiamo sapere che il rendimento del BTp con cedola fissa a 12 anni viaggia in questi giorni in area 1,05%. Poiché il BTp Futura sarà emesso alla pari (100/100), questo significa che la cedola media offerta fino alla scadenza dal prossimo BTp Futura dovrà essere almeno di quell’ordine. Anzi, sulla scorta di quanto accaduto con le tre precedenti emissioni, prevediamo che il BTp Futura 2033 offrirà un rendimento lordo iniziale a premio, cioè superiore a quello di mercato per il titolo di pari durata.

Supponiamo che, in assenza di variazioni rilevanti dei rendimenti italiani da qui a novembre, il Tesoro voglia offrire una cedola media dell’1,15%. La prima dovrà essere necessariamente la più bassa di tutti e magari in area 0,75%.

La seconda potrebbe aggirarsi attorno all’1,20% e la terza all’1,50%. Il “salto” tra prima e seconda cedola sarebbe rilevante, di quasi mezzo punto percentuale, mentre tra seconda e terza di 30 centesimi. Nulla vieterebbe, però, al Tesoro di ingolosire gli obbligazionisti italiani con una prima cedola più alta, magari in area 0,90%, salvo abbassare la seconda attorno all’1,15% e la terza all’1,40%.

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