Ci sarà un nuovo bond a 50 anni e sarà il BTp 1 marzo 2072. Lo ha reso noto il Tesoro nella giornata di ieri. Il mandato è stato affidato a Barclays, BofA, JP Morgan, Société Générale e Unicredit. L’emissione, annunciato per il prossimo futuro e in relazione alle condizioni di mercato sta avvenendo proprio in queste ore. In più, si procederà alla riapertura del BTp a 7 anni, scadenza 15 marzo 2028 e cedola 0,25% (ISIN: IT0005433690). Elevatissimi gli ordini arrivati per la doppia tranche, oltre 85 miliardi di euro.

Di questi, 57 miliardi risulterebbero arrivati per l’acquisto del nuovo cinquantennale.

BTp 2072, la scadenza più lunga di sempre

Il BTp 2072 arriva a distanza di cinque anni e mezzo dall’emissione del primo bond a 50 anni dell’Italia. Era il mese di ottobre del 2016 e il Tesoro collocava sul mercato il BTp 1 marzo 2067 con cedola 2,8% (ISIN: IT0005217390), ribattezzato dai media “bond Matusalemme” per descriverne la durata più lunga di sempre. Ma il nuovo titolo si mostra ancora più longevo, dato che debutterà con una durata residua di 50 anni e 11 mesi contro i 50 anni e i 5 mesi del BTp 2067.

Perché questo nuovo bond a 50 anni? L’Italia ha la necessità di allungare la vita media del suo enorme debito pubblico, che ad oggi si aggira intorno ai 7 anni. A dire il vero, di BTp 2067 ne risultano essere stati emessi solamente per 9,6 miliardi di euro, un po’ pochi rispetto alla montagna dei circa 2.150 miliardi di titoli di stato in circolazione. Si sentiva proprio la necessità di puntare su una nuova scadenza a 50 anni? Evidentemente, il BTp 2072 sarà destinato a rimpiazzare il bond ‘Matusalemme’ con un’offerta maggiormente rispondente alle condizioni del mercato, significativamente mutate dalla prima tranche di quest’ultimo di quasi cinque anni fa.

Con una quotazione a circa 123, ma con punte record di oltre 135 a febbraio, il BTp 2067 offre oggi un rendimento lordo compreso tra l’1,85% e l’1,90%.

A questo punto, dobbiamo ipotizzare che il BTp 2072 avrà cedola nettamente più bassa, in area 2.15-2,20%. Pur scontando un più alto rendimento rispetto all’attuale bond a 50 anni per via della sua maggiore durata di ben 6 anni, dovremmo immaginare che una cedola di poco superiore al 2% si mostri sufficiente ad attirare capitali e ad esitare un “pricing” attorno alla pari. Rispetto alle prime indicazioni di 50 punti base sopra il rendimento del BTp settembre 2051 e cedola 1,7%, il Tesoro avrebbe limato a +48 bp, anche se il “fair value” per gli analisti sarebbe a +43. Ciò implicherebbe un rendimento sotto il 2,20%.

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