E’ stata un’estate marcatamente positiva per i nostri titoli di stato, che hanno beneficiato delle rassicurazioni arrivate dalla BCE circa il mantenimento di un elevato grado di accomodamento monetario nell’Eurozona. Viceversa, il punto più basso i nostri bond lo avevano toccato poco dopo la metà di maggio. Di lì, la risalita. Lo possiamo notare attraverso il BTp 2072 (ISIN: IT0005441883), il più longevo emesso dal nostro Tesoro e che oggi vanta una durata residua di 50 anni e mezzo.

Il fatto che i titoli di stato restino molto tonici e, malgrado la drastica reflazione in corso, continuino ad offrire rendimenti nominali molto bassi e reali profondamente negativi, è il segno che i mercati finanziari siano lontani dal ritorno alla normalità.

Del resto, ancora oggi il BTp 2072 ci offre un rendimento netto dell’1,77%, che neppure sarebbe in grado di coprire l’attuale tasso d’inflazione italiano.

Questo bond ultra-longevo, per effetto della sua elevata “duration”, ha guadagnato poco più del 6% dalla fine di maggio. Prendendo come riferimento i mesi di giugno, luglio e agosto, quindi, l’obbligazionista avrebbe maturato una plusvalenza virtuale lorda più che tripla dell’inflazione media del periodo. A ciò dovremmo aggiungere anche il rateo della cedola a cui avrebbe diritto. In totale, avrebbe incassato più del 6,60% lordo, corrispondente al 5,80% netto.

BTp 2072, prezzi ancora alti

In altre parole, se avessimo investito 1.000 euro nel BTp 2072 a fine maggio, avremmo speso 972 euro e oggi potremmo rivendere il titolo a 1.031 euro. Nel frattempo, poi, avremmo incassato una cedola di circa lo 0,54%. Tenuti conti i prezzi di acquisto, confermiamo il calcolo di cui sopra. Mica male! Al contrario, l’investimento si sarebbe rivelato assai redditizio per un periodo così breve.

Certo, dobbiamo sempre guardare in faccia alla realtà. L’Italia offre sulla sua scadenza più lunga un rendimento reale negativo, pur nettamente superiore a quanto facciano gli altri stati dell’Eurozona.

Ad esempio, con un’inflazione tedesca salita in agosto al 3,9%, attualmente il Bund della Germania a 30 anni rende sostanzialmente il -3,9%. Un dato estremamente in perdita per l’obbligazionista. Resta il fatto che dovremmo attendere almeno una discreta risalita dei rendimenti italiani per il caso volessimo investire sul nostro debito pubblico in qualità di cassettisti.

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