Il BTp 2067 (ISIN: IT0005217390), cedola 2,80%, è il bond più longevo sinora emesso dal Tesoro italiano. Il suo rendimento viaggia attualmente in area 2,80%, esattamente quanto il tasso d’interesse annuale. In effetti, il titolo quota poco sopra la parità, a 101 mentre scriviamo. L’apice è stato raggiunto la settimana scorsa, quando il prezzo ha superato 104. Sappiamo che si tratti di un’obbligazione altamente volatile, a causa dell’elevata duration, pari a 27,4 anni, per cui all’aumentare del rendimento dell’1%, la quotazione crolla di oltre il 27% e viceversa.

Inserirlo in portafoglio sarebbe un’ottima scommessa per il caso si prevedesse un ulteriore calo dei rendimenti italiani, ma certamente rischiosa con l’eventuale concretizzarsi dello scenario avverso.

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Ipotizziamo, invece, che la curva delle scadenze dei BTp si mantenga intatta per il futuro, cioè che i rendimenti italiani facciano sali e scendi, ma nel tempo si riportino sempre ai livelli attuali. Un’ipotesi volutamente forte – chiariamolo subito – ma che ci consente di capire come si evolverebbero i prezzi del BTp marzo 2067 da qui alla scadenza.

Lo scenario stabile

Tra una decina di anni, questo bond avrebbe una durata residua di nemmeno 40 anni. Oggi come oggi, dovrebbe rendere in area 2,70%. A quale prezzo avverrebbe ciò? Chiaramente, sopra la parità, trattandosi di un rendimento inferiore alla cedola e per l’esattezza in area 102, cioè su livelli di poco superiori a quelli attuali. Dunque, il capitale rimarrebbe intatto, mentre nel frattempo avremmo goduto di cedole per quasi il 28% lordo dell’investimento effettuato. Per niente male di questi tempi.

Tra 20 anni, il BTp 2067 avrebbe durata residua inferiore ai 30 anni. Tagliando la testa al toro, sarebbe un trentennale. E il BTp 2049 oggi offre il 2,63%, rendimento che manterrebbe tra due decenni con quotazioni in salita a circa 103, sempre di poco superiori a quelle odierne, ma ancora una volta sarebbe salvo il capitale e il monte-cedole lordo incassato varrebbe più del 55% dell’investimento.

 E tra 30 anni? Stesso ragionamento. Sarebbe ormai un ventennale e dovrebbe rendere il 2,30%. Ciò avverrebbe a quotazioni intorno a 106, il 5% in più di adesso e nel frattempo l’investimento avrebbe reso guadagni lordi cumulati per l’83%.

Infine, l’ultimo scenario che simuleremo, quando cioè il BTp 2067 avrebbe scadenza residua di soli 10 anni. Alle attuali condizioni del mercato, dovrebbe offrire l’1,60%, quotando poco sopra 110. Qui, i guadagni sarebbero cospicui sul fronte della plusvalenza maturata (ma dovremmo attendere quasi 4 decenni), mentre le cedole incassate saranno valse il 112% dell’investimento.

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Lo scenario avverso

Chiaramente, quanto sin qui scritto si sbriciolerebbe con rendimenti diversi da quelli odierni. Se ipotizzassimo la traslazione dell’intera curva dell’1% verso l’alto, otterremmo quanto segue: tra 10 anni, il BTp 2067 quoterebbe in area 85, cioè a circa -16% da oggi; tra 20 anni, ancora a meno di 90, sempre in forte calo rispetto ad oggi; tra 30 anni, resterebbe sotto la parità e, infine, a 10 anni dalla scadenza risulterebbe sopra la parità, aggirandosi intorno ai valori odierni.

Come potete notare, questo secondo scenario, in sé abbastanza probabile, muterebbe profondamente il quadro dei guadagni e delle perdite. E’ evidente come l’andamento dei prezzi possa risultare a tratti calanti e in altre fasi ascendenti per via delle mutate condizioni relative ai tassi. Chi acquista il BTp 2067 come investimento duraturo, quindi, è tenuto a valutare bene l’eventuale finestra temporale di cui approfittare per uscire con all’attivo plusvalenze o almeno avendo contenuto le perdite ai minimi termini.

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