Nei primi giorni dell’anno, il Tesoro emise il nuovo bond a 30 anni, vale a dire il BTp 1 settembre 2052 con cedola 2,15% (ISIN: IT0005480980). Sui tempi, decideva così di anticipare le possibili tensioni finanziarie con le votazioni in Parlamento per eleggere il nuovo capo dello stato. Da quando il titolo risulta negoziabile al Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana, ha esibito un prezzo molto variabile, risentendo degli avvenimenti che si sono succeduti anche abbastanza velocemente di queste settimane.

Dopo un’emissione intorno alla pari, il BTp 2052 si era deprezzato fino a un massimo di circa il 10% alla metà di febbraio, data in cui scivolava sotto 91 centesimi al termine della seduta.

Dopodiché, iniziava un trend opposto di tipo rialzista e nel corso del quale è arrivato a guadagnare un 10%, portandosi all’inizio di marzo sopra la pari, a un massimo di 100,57.

Questa mattina, il BTp 2052 viaggia a 95,55 centesimi, in lieve rialzo rispetto a ieri. A questo prezzo, offre un rendimento lordo del 2,38% e netto del 2,08%. A cos’è dovuta quest’altalena? Per il primo mese e mezzo di quest’anno, l’andamento del mercato obbligazionario globale è stato caratterizzato dai timori legati alla reflazione. Ovunque, la crescita dei prezzi al consumo è vigorosa e ai massimi da anni, se non decenni. Gli obbligazionisti hanno giustamente iniziato a pretendere rendimenti nominali più alti per comprare bond e i prezzi sono scesi.

BTp 2052 e prospettive future

A metà febbraio, l’inversione di tendenza è stata determinata dal prevalere delle tensioni geopolitiche legate allo scontro tra Russia e Ucraina, sfociato in vera guerra da due settimane. A quel punto, il BTp 2052 è tornato ad apprezzarsi come la generalità dei titoli di stato in giro per i mercati avanzati. Gli investitori hanno venduto azioni e comprato obbligazioni per mettersi al riparo dalla crisi. L’apprezzamento sarebbe stato ancora più eclatante, se non ci fosse stata l’inflazione a limitarlo.

Scontata la paura e tenuto conto del boom dei prezzi delle materie prime, i bond hanno iniziato a ripiegare parzialmente, tenendosi comunque sopra i livelli pre-bellici. Il BTp 2052 si trova praticamente a metà strada tra i massimi e minimi toccati in appena due mesi di vita. Nel prossimo futuro come andrà? Difficile rispondere con certezza, ma ci limitiamo a notare come il rendimento offerto sia ancora troppo basso per essere considerato accettabile con un’inflazione salita in Italia sopra il 6% a febbraio e che verosimilmente nei prossimi mesi continuerà ad accelerare. Eventuali ulteriori tensioni in Ucraina avrebbero conseguenze temporanee, mentre il trend appare destinato al ribasso.

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