Giornata no quella odierna per il BTp 2051. Il bond trentennale perde oggi oltre mezzo punto percentuale e scende a una quotazione inferiore a 96 centesimi. Quest’anno, segna -10%. Una maxi-perdita che ha a che vedere con il tonfo registrato un po’ da tutto il mercato obbligazionario nel mondo, a causa della reflazione in corso. Ad ogni modo, adesso che il bond è sceso nettamente sotto la pari, il suo rendimento ne risulta risalito. Per l’esattezza, attualmente è dell’1,92% lordo, cioè 1,68% netto.

Il BTp 2051 scade in data 1 settembre e offre cedola 1,70% (ISIN: IT0005425233). Se oggi lo voleste acquistare, spendereste 958 euro per ogni 1.000 euro di investimento nominale. E così, il tasso d’interesse annualmente incassato su base semestrale corrisponderebbe all’1,77% dell’investimento, ma scenderebbe all’1,55% al netto della tassazione.

Alla scadenza, il BTp 2051 vi sarebbe rimborsato a 100, cioè a un prezzo superiore a quello sborsato per acquistarlo oggi. Questo significa che maturereste una plusvalenza del 4,38%. Spalmata per i 30,23 anni residui, equivarrebbe a un rendimento annuo extra dello 0,1450%. Anche questo guadagno sarebbe chiaramente sottoposto a tassazione del 12,50% (salvo che l’aliquota non muti da qui ai prossimi 30 anni).

BTp 2051, rischio prezzo

Avrebbe senso acquistare il BTp 2051? Oggi come oggi, il titolo rende sopra l’inflazione. A maggio, questa in Italia è salita all’1,3%. Anche considerando l’imposta di bollo dello 0,2% applicata sul conto deposito, il bond riuscirebbe a coprire perfettamente sia la perdita del potere di acquisto che la tassazione. Ma nel caso in cui l’inflazione continuasse a salire su livelli medi superiori a quelli attuali, alla scadenza vi ritrovereste con un investimento dai rendimenti reali effettivi negativi. In altre parole, avreste intaccato il capitale.

D’altra parte, un altro rischio imminente dopo il Covid è rappresentato dal prosieguo dei ribassi delle quotazioni sul tratto lungo della curva. Se così fosse, in portafoglio avreste un titolo virtualmente prezzato più basso di quanto lo abbiate pagato.

E questo sarebbe un bel problema nel caso in cui puntaste a un disinvestimento anticipato. Vero è, però, che il BTp 2051 è risalito di oltre il 5% nelle ultime tre settimane, in linea con gli altri bond longevi. Non si tratta di un’inversione di tendenza a tutti gli effetti, quanto di un re-pricing più razionale del debito negoziabile sui mercati. Le rassicurazioni della BCE circa il mantenimento ancora per un po’ di una politica monetaria ultra-espansiva hanno convinto gli investitori a ridare un altro po’ di fiducia ai bond, avendoli maltrattati eccessivamente negli ultimi mesi.

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