Il BTp 2051 (ISIN: IT0005425233) veniva emesso per la prima volta nell’autunno scorso. E’ diventato il nuovo “benchmark” per la scadenza a 30 anni sul mercato sovrano italiano. Esordiva le contrattazioni a una quotazione di 102,36, mentre ieri chiudeva a 101,52. Tuttavia, in questi nove mesi di vita ha già subito forti oscillazioni di prezzo. L’11 febbraio scorso toccava il suo apice in area 107,50, mentre il 17 maggio sprofondava a 91 centesimi. In meno di due mesi e mezzo, dunque, è riuscito a risollevarsi dell’11,50%.

Il rendimento lordo attuale del BTp 2051 è dell’1,62%.

Chiediamoci se sinora sia stato un buon investimento. Per capirlo, dobbiamo considerare che il titolo stacca una cedola lorda annuale dell’1,7%. In nove mesi, l’obbligazionista avrebbe messo in tasca un tasso netto dell’1,12%. Rapportato all’esborso sopra la pari, esso scenderebbe all’1,09%. Se oggi decidesse di rivendere il titolo, subirebbe una perdita in conto capitale dello 0,8%, a causa del calo della quotazione. Riuscendo a usufruire del credito d’imposta sulla minusvalenza, la perdita sarebbe dello 0,7%.

BTp 2051 tra inflazione e prospettive

In soldoni, nei primi nove mesi di vita il BTp 2051 ha reso quasi lo 0,40% netto. Che si tratti di un dato insufficiente non vi è bisogno di dirlo. L’inflazione annuale dell’Italia è salita all’1,3%. Per quanto bassa, più che triplica il saldo netto dell’investimento nel BTp 2051 ad oggi. Certo, se avessimo acquistato il bond ai minimi di maggio, oggi vanteremmo una forte plusvalenza netta del 10%, al netto del rateo della cedola. Viceversa, se avessimo acquistato ai massimi di febbraio, la perdita netta avrebbe sfiorato il 5%, a fronte di noccioline sul fronte degli interessi.

E le prospettive? La scadenza a 30 anni dell’Italia offre rendimenti intorno ai minimi storici in questa fase. Difficilmente, nei prossimi mesi e per qualche anno assisteremo a una risalita drastica, ma altrettanto difficilmente i prezzi reggeranno ai livelli attuali.

In condizioni monetarie espansive, ma non così straordinarie come oggi, il BTp a 30 anni ha reso ben oltre il 3% e senza che vi fossero specifiche tensioni finanziarie sull’Italia. Siamo ancora su livelli di rendimento dimezzati. I prezzi dovranno scendere.

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