All’indomani dal primo board dell’anno della Federal Reserve, borse mondiali giù e rendimenti sovrani (non tutti) su. Il BTp a 10 anni stamattina offre un rendimento dell’1,45%, ai massimi da maggio 2020, in piena prima ondata Covid. Lo spread con il Bund tedesco è salito sopra 145 punti base sul tratto decennale, anch’esso ai massimi dal 2020, stavolta dal mese di settembre. Nello stesso tempo, il cambio euro-dollaro scambia sotto 1,12. Il biglietto verde è tornato super, sebbene non si fosse sostanzialmente mai indebolito granché nelle precedente sedute.

Dicevamo, la FED ha tenuto la prima riunione dell’anno. Cosa ha deciso? Nell’imminente, nulla. Ma dal comunicato finale si evincono due dati salienti: gli acquisti di bond cesseranno agli inizi di marzo e i tassi d’interesse saranno alzati. L’istituto non dice esplicitamente quando, ma anche le pietre hanno capito che la stretta arriverà proprio a marzo. Ad essere onesti, nulla di realmente nuovo. Era stato tutto scontato, ma forse il mercato si aspettava qualche addolcimento nei toni, che in un certo senso c’è pure stato, come quando è stato sottolineato che la politica monetaria è pronta ad essere adattata ad eventuali variazioni di scenario.

BTp a 10 anni meno attraente con il super Treasury

Tornando al BTp a 10 anni, esso risente negativamente del clima rialzista sui tassi. I bond percepiti a rischio di credito tendono ad essere venduti prima degli altri nelle fasi monetarie restrittive. Viceversa, i Bund tornano ad apprezzarsi dopo che il decennale tedesco aveva offerto rendimenti positivi, pur per poco, per la prima volta dalla primavera del 2019. Il fatto è che gli investitori hanno paura delle conseguenze di una stretta monetaria globale e si rifugiano nei “safe asset”. Di fatto, anche il franco svizzero sta giovandosi di questo clima, finendo a un cambio sotto 1,04 contro l’euro.

Il cambio euro-dollaro scende per la fuga dei capitali verso gli USA, dove i rendimenti sovrani stanno scontando il rialzo dei tassi.

Il Treasury a 10 anni offre l’1,85%, massimo da fine 2019. Il Treasury a 30 anni il 2,17%, top da sette mesi. Capite bene che un BTp a 10 anni diventi sempre meno attraente, quando dall’altra parte dell’Atlantico si hanno asset molto più sicuri e che offrono quasi mezzo punto percentuale in più. Vero, c’è l’effetto cambio a mitigare i ragionamenti, ma con una BCE che di alzare i tassi non vuole sentirne, nessuno si aspetta grosse variazioni negative per il dollaro contro l’euro da qui a pochi mesi.

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