In rialzo del 6% la borsa di Atene, che festeggia così la vittoria oltre le previsioni di Nuova Democrazia, il partito conservatore del premier uscente Kyriakos Mitsotakis. Con il 41% dei consensi ha stracciato il diretto avversario di Syriza, fermatasi al 20% e ben sotto quanto indicato dai sondaggi. Una sconfitta bruciante per l’ex premier Alexis Tsipras, il quale già s’immaginava di nuovo a capo del governo con un’alleanza insieme al Pasok. Quest’ultimo è uscito anch’esso vincitore con l’11% dei voti ottenuti.

Inevitabile l’impatto positivo sui bond sovrani della Grecia. Anch’essi in forte rialzo questa mattina. Il rendimento decennale crolla di una ventina di punti base al 3,85%, mentre la scadenza a 30 anni scende dal 4,30% al 4,15%.

Considerate che stamattina il BTp a 10 anni viaggia a quasi il 4,25%. Questo vi fa capire che i rendimenti ellenici in questa fase risultano essere inferiori a quelli italiani. Del resto, quasi l’80% del debito pubblico di Atene è in mano ai creditori pubblici europei a condizioni di favore. Il rischio default paradossalmente appare essere inferiore a quello dei BTp. Tra le altre cose, c’è attesa per un possibile upgrade dei bond della Grecia ad un rating “investment grade”. Viceversa, Moody’s ha minacciato poche settimane fa di declassare i nostri titoli di stato al livello “spazzatura”.

Boom bond Grecia, attesa per upgrade rating

Per quale ragione i bond della Grecia stanno reagendo così positivamente alla vittoria di Mitsotakis? Quest’ultimo può optare benissimo per nuove elezioni a luglio, le quali avverrebbero con la nuova legge elettorale. Essa prevede l’assegnazione del premio di maggioranza tra 20 e 50 seggi al partito che arriva primo e che ottiene almeno tra il 25-40%. Con i numeri ottenuti ieri, Nuova Democrazia riuscirebbe a conquistare nuovamente la maggioranza assoluta dei seggi, governando senza alleati. E si tratta della formazione politica più gradita dai mercati, in quanto propugna riforme economiche ed equilibrio dei conti pubblici.

Lo scorso anno, ad esempio, il deficit fiscale ellenico è stato “solo” al 2,30% del PIL contro il 5,6% dell’Italia. C’è da dire che, come scrivevamo sopra, sull’80% del debito la Grecia non paga quasi interessi. Nel caso in cui i bond della Grecia fossero promossi dalle agenzie di rating, la Banca Centrale Europea sarebbe nelle condizioni di inserirli in portafoglio per i suoi acquisti di politica monetaria. Per il momento i rubinetti sono stati chiusi, restando possibili solo i reinvestimenti con il PEPP, in cui i titoli di Atene rientrano già. Per il futuro, però, ci sarebbe la garanzia di un sostegno diretto. Anche questa prospettiva contribuisce a tenere alti i prezzi.

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