E’ stata una seduta particolarmente positiva per il mercato dei bond in dollari del Pakistan. La scadenza a 10 anni, 8 aprile 2031 e cedola 7,375% (ISIN: XS2322319638), si è apprezzata del 2,9%, schizzando a una quotazione di 101,91 e tornando sopra la pari dopo quasi due settimane. Ancora meglio il trentennale 8 aprile 2051 e cedola 8,875% (ISIN: XS2322321964), che ha guadagnato il 4,3%, salendo sopra 103.

Il boom dei bond in dollari del Pakistan è arrivato dopo la notizia che Islamabad e Fondo Monetario Internazionale hanno trovato un accordo per l’erogazione di un altro miliardo di dollari.

Restano sul tappeto alcune questioni, come l’indipendenza della banca centrale, ma dopo un mese di discussione il risultato tanto atteso è arrivato. E’ un’ottima notizia per un’economia emergente con la bilancia dei pagamenti in forte passivo, il cui deficit nei mesi scorsi è salito fino al 6% del PIL, mentre il governo per l’intero anno lo stima al 2-3%.

Bond Pakistan in dollari, spread elevati con Treasuries

Il Pakistan è afflitto anche dall’alta inflazione, al 9,2% a ottobre e attesa sopra il 10% per fine 2021. Tant’è che la banca centrale ha iniziato ad alzare i tassi d’interesse, ora all’8,75%. Male il debito, già quasi al 100% del PIL nel 2020, non a caso classificato come “spazzatura” da tutte le agenzie di rating: B- per S&P e Fitch, B3 per Moody’s. Il cambio perde quasi il 9% contro il dollaro da inizio anno, contribuendo ad innalzare l’inflazione.

L’accordo con l’FMI dovrebbe aiutare il paese a rifinanziarsi sui mercati internazionali con emissioni attese nell’ordine dei 3,5 miliardi di dollari. Probabile che esso sia stato dovuto anche alla necessità avvertita dalla comunità internazionale di non destabilizzare un’economia alla frontiera orientale dell’Afghanistan, tornato da pochi mesi sotto il controllo dei talebani. Ai prezzi attuali, la scadenza a 10 anni offre poco più del 7%, mentre quella a 30 anni più del’8,5%.

Parliamo di rendimenti rispettivamente a +550 e +660 punti base sui Treasuries di pari durata. Spread elevati, ma che più che costituire opportunità d’investimento, andrebbero percepiti come il segnale di un rischio di credito altrettanto alto. Ma ora che c’è l’accordo con l’FMI, il rally appare giustificato. Almeno per riacciuffare i valori delle scorse settimane.

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