Sono passati oltre quattro anni dal default e gli obbligazionisti in possesso dei bond sovrani del Venezuela e quelli emessi dalla compagnia petrolifera statale PDVSA stanno avendo finalmente l’occasione per uscire dal mercato. Il Canaima Fund Lux, un veicolo di cartolarizzazione con sede nel Lussemburgo, ha lanciato nelle scorse settimane un’offerta di scambio che ha ad oggetto proprio i suddetti titoli con altri di propria emissione. L’offerta è rivolta a tutti gli investitori professionali e istituzionali. Il prezzo del concambio è di 1:1 e non sarà erogata alcuna cedola sui nuovi strumenti finanziari.

Il pagamento del redemption sarà collegato all’andamento delle azioni di Canaima Global Opportunities Fund.

Il Venezuela andò in default alla fine del 2017 su oltre 60 miliardi di dollari di bond. Le sanzioni americane hanno reso impossibile al paese accedere al mercato internazionale dei capitali per rifinanziare i debiti in scadenza. E da tre anni esatti, esse colpiscono anche gli scambi sul mercato secondario con la conseguenza che le negoziazioni dei titoli sulle varie piattaforme di trading sono state sospese e gli obbligazionisti non hanno quasi alcun modo per monetizzare dalla loro rivendita.

Bond Venezuela, l’offerta di Canaima

Peraltro, i prezzi offerti nel tempo da più di un fondo sono molto bassi, in media anche sotto il 5% del valore nominale. Del resto, non aiutano né le condizioni economiche e finanziarie collassate del Venezuela, né la clausola sulla prescrizione contenuta nei contratti dei bond emessi dal Venezuela. In base ad essa, decorsi i sei anni dal default i creditori perderanno il diritto a riscuotere sia gli interessi che il capitale. A meno che non interrompano la prescrizione sollecitando l’emittente a onorare le scadenze.

Il Fondo Canaima prevede di mettere in atto azioni pre-contenziose e contenziose nei confronti del governo venezuelano e della compagnia PDVSA, finalizzate a massimizzare il valore di riscossione dei bond oggetto dell’offerta.

Dovrebbe riuscire a incassare più di quanto non farebbero i singoli obbligazionisti, grazie alle economie di scala relative alle elevate spese legali. E, di conseguenza, ciò si tradurrebbe in un’offerta vantaggiosa per i possessori dei bond. Grazie a tali risparmi, il fondo riuscirebbe a garantire loro prezzi più elevati di quelli a cui essi potrebbero mai ambire agendo singolarmente.

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