Ieri, Banca Unicredit ha collocato sul mercato un nuovo bond, il primo del tipo Senior Preferred Green. L’importo emesso a favore dei soli investitori istituzionali è stato di 1 miliardo di euro, a fronte del quale l’istituto ha ricevuto ordini per 3,25 miliardi di euro. Grazie a questa elevata domanda, il rendimento lordo esitato è stato nettamente inferiore a quello indicato nella fase iniziale dell’operazione.

Anzitutto, il bond Unicredit ha scadenza 25 luglio 2029 e, pertanto, presenta una durata di 8 anni. Tuttavia, esso è un “callable” dopo i primi 7 anni.

Significa che potrà essere rimborsato in anticipo di un anno, qualora la banca lo ritenesse. Stando alla “guidance”, il rendimento avrebbe dovuto attestarsi a 120 punti base sopra il tasso “midswap” a 7 anni. In realtà, lo spread ha esibito un deciso restringimento nell’arco della giornata a soli +90 punti base. Infatti, l’emittente ha fissato una cedola dello 0,80% e un prezzo di re-offer di 99,953 centesimi. Pertanto, il rendimento è stato dello 0,807%. Ieri, il “midswap” a 7 anni si attestava al -0,09%.

Quanto all’assegnazione dei rating, ci si attende BBB da S&P, BBB- da Fitch e Baa1 da Moody’s. Il bond Unicredit è un inedito per Piazza Gae Aulenti, che con il CEO Andrea Orcel ha posto l’accento circa la sensibilità della banca verso le tematiche ESG. I proventi dell’operazione saranno impiegati per finanziare diversi obiettivi delle Nazioni Unite sulla sostenibilità ambientale, cioè: Energia Conveniente e Pulita (obiettivo 7); Industria, Innovazione e Infrastrutture (obiettivo 9) e Città e Comunità Sostenibili (obiettivo 11).

Gli ordini sono arrivati per il 57% dai fondi d’investimento, per il 29% dalle compagnie di assicurazione e fondi pensione, per il 9% da banche e private equity e per il restante 5% da istituzioni finanziarie pubbliche. Quanto alla provenienza geografica della domanda, il 30% è arrivata dalla Francia, il 20% da Germania/Austria, il 13% dal Regno Unito, il 9% dal Benelux, il 7% dall’Italia, il 7% dalla Penisola Iberica, il 6% dal Nord Europa, il 5% dalla Svizzera e il 3% dal resto del mondo.

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