L’Unione Europea (UE) sta emettendo da mesi bond legati al finanziamento di Next Generation EU, il programma da 800 miliardi di euro in 6 mesi, attraverso il quale punta a sostenere la sua economia dopo la pandemia. Sappiamo da tempo che all’Italia spetteranno più di 190 miliardi, la fetta più grossa della torta, di cui quasi 65 in forma di sussidi, cioè a fondo perduto.

Tra i bond UE di recente emissione abbiamo il titolo con scadenza luglio 2051 e cedola 0,70% (ISIN: EU000A3KTGW6).

Una scadenza a 30 anni, che ha debuttato sul mercato secondario a un rendimento lordo appena inferiore allo 0,50%. Allora, il Bund trentennale della Germania offriva lo 0,18%. Lo spread si attestava a 32 punti base, quasi un terzo di punto percentuale.

Meno di un mese dopo – siamo al 5 agosto scorso – la quotazione del bond UE s’impennava in area 112, pari a un rendimento dello 0,27%. Quello stesso giorno, l’omologo Bund era sceso a un rendimento del -0,04%. Spread sostanzialmente invariato a 31 punti base. Ieri, invece, il trentennale emesso dalla Commissione europea risultava sceso del 5% in meno di un mese, corrispondente a un rendimento lordo risalito allo 0,47%. Al contempo, il Bund offriva lo 0,11%. Lo spread si è così ristretto sotto i 30 punti, scendendo a 28.

Il futuro dei bond UE

Non stiamo assistendo a grosse variazioni, ma sarà interessante nei prossimi mesi verificare se il trend si consoliderà. Man mano che gli investitori prenderanno confidenza con i nuovi asset e la loro liquidità degli scambi aumenterà, in teoria i rendimenti dei bond UE dovrebbero avvicinarsi a quelli tedeschi. Tuttavia, sul futuro di questi strumenti pende un grosso punto interrogativo. Esaurite le emissioni legate al cosiddetto Recovery Fund, ve ne saranno di nuove?

La partita si gioca in Germania. Alle elezioni federali di fine mese, si scontrano sul tema due opzioni contrapposte. Conservatori e liberali si oppongono alle emissioni di bond UE, in quanto debito comune.

Socialdemocratici e Verdi sono favorevolissimi. Difficile che prevalga una posizione pura sull’altra. Senz’altro, a Berlino dovrà trovarsi un’intesa. Ma è evidente che se vincesse la sinistra, le emissioni sovranazionali avrebbero almeno la speranza di un futuro, la quale verrebbe parzialmente meno nel caso di una riconferma dei conservatori. Alleati dei liberali, poi, difficilmente i bond UE saranno un asset presente a lungo termine sul mercato.

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