Toyota Motor sta emettendo obbligazioni con scadenza 22 ottobre 2026 e con cedole step-up, cioè crescenti lungo l’arco dell’investimento. La prima, che matura da domani e verrà staccata tra un anno sarà dell’1,20%, la seconda dell’1,35%, la terza dell’1,50% e fino ad arrivare alla settima del 2,50%. Se l’emissione avvenisse alla pari, il rendimento esitato sarebbe dell’1,64%. Di questi tempi, oro che cola, anche considerando l’elevato rating della società giapponese, pari a “AA-” per Standard & Poor’s e a “Aa3” per Moody’s.

Insomma, rischio di credito bassissimo. Eppure, se raffrontiamo il bond con il Treasury di pari durata, scopriamo che il secondo offre persino qualcosa di più come rendimento.

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Ora, per quanto solido possa considerarsi il merito creditizio della casa automobilistica, nessuno può dubitare che i titoli emessi dal Tesoro USA nella stessa valuta siano da valutarsi ancora più sicuri. Dunque, non esiste alcun premio per il rischio e nemmeno in relazione a un altro bond emesso da Toyota sempre in dollari nell’ottobre dello scorso anno e con scadenza 25 ottobre 2025. Anche in questo caso, il suo debutto sul mercato avvenne come obbligazione a 7 anni e con cedole step-up, ma che partivano dal 2,30% e arrivavano al 4,05% per un rendimento medio lordo del 3,155% all’emissione, circa 8 punti base in più rispetto al Treasury di pari durata.

Rendimento bond Toyota troppo basso

Possiamo discutere se anche questo titolo con scadenza residua di 6 anni sia stato emesso a condizioni allettanti, ma sta di fatto che oggi rende circa il 2,55%, cioè qualcosa come 95 punti base in più rispetto al Treasury, che per la medesima scadenza nel frattempo è collassato di rendimento ben più del bond nipponico. In altre parole, il premio quasi nullo offerto appena un anno fa si è rivelato troppo avido, tanto che per chi acquistasse l’obbligazione corporate oggi se ne ritroverebbe uno di quasi l’1%.

E stupisce non poco che la stessa Toyota offra per la sua emissione a 7 anni circa lo 0,90% in meno rispetto al suo bond già circolante e con scadenza residua di un anno inferiore. Dunque, non solo appetibilità zero rispetto al debito sovrano americano con cui è doveroso il confronto, trattandosi di un titolo in dollari, ma apparentemente un nonsenso anche rispetto all’obbligazione 2025 dello stesso emittente, ben più generosa.

E sempre Toyota ha emesso a inizio mese un bond a due anni con un rendimento dell’1,80%, mentre in queste ore sta collocando sul mercato anche un triennale in yen allo 0,0000000091%, la prima volta che in Giappone viene emesso un corporate bond senza rendimento. E’ il segno di un mercato obbligazionario nipponico in cui impera la fame di “yield” per via della politica monetaria ultra-espansiva della Banca del Giappone, che si accinge a varare ulteriori stimoli, pur rassicurando sulla volontà di non appiattire ancora di più la curva delle scadenze, concentrando gli acquisti sul tratto medio-breve. Ad ogni modo, non si spiega granché come si possa anche solo ipotizzare di emettere nuovo debito a rendimenti nettamente inferiori a quelli esitati dai titoli propri già negoziabili sul mercato per scadenze persino inferiori.

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