Investire in bond svizzeri non è proprio un’operazione popolare. E la ragione è di tutta evidenza: rende pochissimo, per non dire niente. Ancora oggi, a guardare la curva dei tassi sovrana della Confederazione Elvetica vengono i brividi di freddo: decennale poco sopra l’1%, obbligazioni a 40 anni sotto tale soglia di rendimento. Il fatto è che la Banca Nazionale Svizzera tiene ad oggi i tassi d’interesse a livelli bassissimi: 1,50% contro il 3,75% della Banca Centrale Europea e il 5,25% della Federal Reserve a maggio.

Erano stati per anni al -0,75% fino all’estate scorsa. Ma c’è da dire che l’inflazione nel paese alpino ad aprile scendeva al 2,6% contro il 7% dell’Area Euro e il 4,9% negli Stati Uniti.

Franco svizzero safe asset

Uno degli scudi anti-inflazione e che consente ai bond svizzeri di restare anemici in termini di rendimento è il cambio. Il franco svizzero è considerato un porto sicuro (safe asset) contro le tensioni e le incertezze internazionali. Quindi, succede che quando c’è in giro per il mondo una crisi, specialmente in Europa, sia essa (geo)politica o economico-finanziaria, gli investitori si mettono al sicuro comprando asset denominati in franchi svizzeri. L’alta domanda ne fa salire i prezzi e inevitabilmente scendere i rendimenti.

Il fattore cambio, tuttavia, diventa fondamentale a posteriori per determinare il reale rendimento di un’obbligazione. Proprio i bond svizzeri ci offrono un esempio illuminante. Prendete la scadenza a dieci anni. Oggi offre l’1,05% contro il 4,30% del BTp e, soprattutto, il 2,45% del Bund. Il confronto diretto andrebbe effettuato con quest’ultimo, trattandosi di due asset con rating tripla A. I titoli del debito pubblico italiano, invece, sono classificati con giudizi molto meno generosi: BBB/BBB/Baa3. Sulla base di questi numeri, non ci sarebbe alcun dubbio che dovremmo al massimo investire in titoli tedeschi, remunerativi più del doppio di quelli elvetici.

Bond svizzeri a ritroso più redditizi dei Bund

Portiamoci indietro a dieci anni fa. Anche allora i bond svizzeri decennali offrivano circa l’1,05%. Invece, i BTp di pari scadenza rendevano intorno al 4,55% e i Bund l’1,75%. Il premio offerto dai Bund risultava inferiore a quello attuale, ma pur sempre c’era. Ebbene, cosa sarebbe accaduto se avessimo investito in titoli tedeschi sulla base del solo rendimento? Chiaramente, avremmo percepito l’1,75% all’anno per dieci anni contro l’1,05% dei bond svizzeri. Solo che nel frattempo il franco svizzero ha guadagnato il 27% contro l’euro. A posteriori, quindi, l’investimento nei titoli di stato emessi dalla Confederazione sarebbe risultato più proficuo: il 3,45% lordo annuo, quasi il doppio dei titoli tedeschi.

A saperlo prima, investiremmo tutti bene. Le previsioni perfette, però, non esistono. Qualche indicazione ce la offre, comunque, lo stesso mercato. Se i bond svizzeri ci offrono per il momento circa l’1,40% in meno dei Bund, è perché gli investitori credono che tale differenziale verrà coperto negli anni dal rafforzamento del franco svizzero sull’euro. Se questo sarà risultato alla scadenza più elevato, i bond svizzeri avranno esitato rendimenti effettivi più alti. Nel caso opposto, sarebbe stato preferibile optare per i “safe asset” tedeschi.

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