Il direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera, ha parlato ieri in audizione dinnanzi alle commissioni Finanze di Camera e Senato sul caso Monte Paschi di Siena (MPS) per annunciare che il governo chiederà all’Unione Europea una proroga per la privatizzazione della banca. Ma ha anche avvertito che lo stato farà la sua parte sull’aumento di capitale, in qualità di azionista. E i bond subordinati di MPS, già in recupero nelle ultimissime sedute, non potranno che beneficiare della notizia.

Lunedì, prima dell’intervento di Rivera in Parlamento, le obbligazioni con scadenza 2028 erano salite del 12,67% a 91,49 centesimi. Avevano toccato un minimo di 81,20 centesimi nel corso della settimana precedente. Bene anche le obbligazioni con scadenza 2029, che a 74 centesimi risultavano già ben sopra i 66,78 a cui erano sprofondate. Infine, la scadenza 2030 a 76,90 centesimi, anch’essa ben sopra i minimi di neppure 69 di qualche giorno prima. Il tracollo era stato provocato dalla rottura delle trattative tra stato e Unicredit sulla vendita di MPS, con il mercato a scontare scenari più dolorosi per azionisti e obbligazionisti.

Bond MPS subordinati: niente “burden sharing”?

Le parole del Tesoro pesano in questa vicenda, specie quando parla di fare la sua parte in qualità di azionista di controllo. Così, lascia trasparire l’intenzione di ricapitalizzare la banca toscana secondo criteri di mercato, evitando che i bond MPS subordinati siano coinvolti nelle perdite attraverso il “burden sharing”. Questo sarebbe il meccanismo che scatterebbe per via del “bail-in” nel caso in cui lo stato dovesse erogare aiuti alla banca. Ma la partecipazione al maxi-aumento di capitale avverrebbe formalmente in virtù della posizione del Tesoro di azionista di maggioranza con il 64,2%.

Tuttavia, il Tesoro ha anche sottolineato come la prospettiva resti quella della privatizzazione. Al contempo, ha smentito le voci circa una possibile sostituzione dell’amministratore delegato Guido Bastianini. Dunque, il rimbalzo dei bond MPS è determinato dall’allentamento dei timori per una loro conversione in azioni nel caso di sostegno pubblico all’istituto.

Probabile che abbiano influito le dichiarazioni sul raggiungimento per quest’anno di un utile poco sotto 1 miliardo di euro. “Sarebbe un’ottima notizia”, ha detto Rivera. Ma nelle ultime tre settimane, anche le azioni MPS hanno accusato il colpo, perdendo l’8%.

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