La Banca di Russia ha annunciato ieri sera che sarà vietata da oggi la distribuzione di cedole a favore degli investitori stranieri, in relazione alle scadenze di pagamento degli OFZ, i titoli di stato federali. La misura è stata disposta per preservare “la stabilità finanziaria”, messa a durissima prova dalle sanzioni dell’Occidente in risposta all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Poiché già oggi era previsto il pagamento di una cedola relativa a bond sovrani in scadenza nel 2024, di fatto dalle prossime ore lo stato russo si avvia al default tecnico.

In tutto, ammontano a quasi 3.000 miliardi di rubli i bond della Russia in possesso degli investitori stranieri, qualcosa come 25 miliardi di euro. Le sanzioni di USA, UE e Giappone di settimana scorsa prevedono tra l’altro il “congelamento” delle riserve valutarie russe. Poiché quasi la metà di esse risulta depositata presso le banche centrali occidentali, nei fatti Mosca dispone di scarsi margini di manovra per reagire al collasso del rublo, che solo questa settimana ha già perso circa il 23% contro il dollaro, toccando nuovi minimi storici.

Per minimizzare l’impatto sulle riserve valutarie, la Russia deve limitare i pagamenti verso l’estero. Da ciò scaturisce la necessità di bloccare la distribuzione delle cedole sui titoli denominati in rubli a favore della finanza straniera. La stessa sorte, ovviamente, prima o poi spetterà agli Eurobond, i titoli di stato denominati in valute forti come dollari ed euro. In previsione proprio di questo scenario allarmante, l’agenzia S&P aveva declassato il rating sovrano russo da BBB- a BB+ nei giorni scorsi con “creditwatch” negativo, segno che ulteriori declassamenti da qui alle prossime settimane restano sul tavolo.

Bond Russia, prosegue l’isolamento finanziario

Non si sa per quanto tempo sarà attivo il blocco delle cedole, anche se dalle comunicazioni ufficiali precedenti la Banca di Russia paleserebbe l’intenzione di vietare i pagamenti verso l’estero per almeno sei mesi.

Chiaramente, tutto dipenderà dalla durata delle sanzioni internazionali, a loro volta connesse strettamente all’andamento e all’esito della guerra in Ucraina. Un brutto colpo per il mercato obbligazionario russo, anche perché istituzioni come Euroclear e Clearstream hanno annunciato che non tratteranno più asset russi. I bond domestici avevano beneficiato molto di queste entità straniere, grazie ai quali gli investitori dall’estero hanno potuto accedere al mercato russo senza passare per istituzioni locali.

Peraltro, se già MSCI ha già rimosso il mercato azionario russo dal proprio indice, privandolo nei fatti di investimenti passivi per 27 miliardi di dollari, stessa sorte potrebbe spettare ai bond tramite l’esclusione da parte dell’apposito indice di JP Morgan, su cui aumentano da giorni le pressioni per adottare simili misure. Insomma, la Russia anche sul piano finanziario appare sempre più isolata. Per gli investitori stranieri saranno dolori, dato che è stato altresì posto il divieto dalle autorità di Mosca di acquistare asset russi da questi venduti, un modo per limitare il deflusso dei capitali, ma che nei fatti “congela” i capitali dall’estero, intrappolandoli nei confini della federazione.

[email protected]