La scorsa settimana, è iniziata l’emissione del primo bond “rinoceronte” della Banca Mondiale per un importo di 150 milioni di dollari e della durata di 5 anni. La notizia era stata annunciata già nel 2021, quando l’organismo internazionale aveva prospettato il collocamento di tale obbligazione denominata in rand sudafricani. L’emissione sarà completata entro il 31 marzo, ma già mercoledì scorso c’è stato il “pricing” a 94,84 centesimi. Questo significa che alla scadenza, l’obbligazionista incasserà un rendimento lordo complessivo del 5,44%, pari a una media annuale di circa 1,10%.

Nel corso del quinquennio, il bond rinoceronte non staccherà alcuna cedola. In effetti, parliamo di un’obbligazione peculiare. I proventi raccolti serviranno a proteggere la popolazione dei rinoceronti neri, che tra il 1970 e il 1990 si stima siano diminuiti del 96% a soli 2.600 esemplari a causa del bracconaggio. Tuttavia, nell’ultimo trentennio il loro numero sarebbe raddoppiato. I beneficiari saranno il Parco Nazionale degli Elefanti di Addo e la Riserva Naturale del Great Fish River, entrambi in Sudafrica.

Bond rinoceronte, ecco il meccanismo

Come funzionerà il bond rinoceronte? Ai due parchi giungeranno nell’arco dei cinque anni 10 milioni di dollari di sostegni della Banca Mondiale, di cui la metà già nel primo anno. Soldi che serviranno a finanziare l’acquisto di droni per la sorveglianza contro i bracconieri e la costruzione di specchi d’acqua. Dicevamo, nessuna cedola agli obbligazionisti, anche perché ad essere pagati al loro posto saranno proprio i parchi per proteggere questa specie a rischio estinzione. Tuttavia, alla scadenza sarebbe corrisposto loro un premio fino a 13,8 milioni di dollari da parte di Global Environment Facility. Il premio massimo sarà erogato nel caso in cui la popolazione dei rinoceronti neri nei due parchi risulterà cresciuta almeno del 4%. Nel caso in cui non si registrasse alcuna crescita, niente premio.

Due enti indipendenti sono stati incaricati del monitoraggio dei risultati: Conservation Alpha e Zoological Society of London.

A conti fatti, nello scenario migliore i bond rinoceronte frutteranno agli obbligazionisti il 2,77% su base annua, vale a dire il 14,64% complessivo. Per gli investitori non americani c’è il rischio di cambio, che si materializzerebbe nel caso in cui il dollaro si deprezzasse contro la valuta del paese di origine. Chiaramente, lo scenario peggiore sarebbe dato dalla mancata crescita del numero di rinoceronti, unitamente al deprezzamento del dollaro. In quel caso, basterebbe che da qui ai prossimi 5 anni il biglietto verde perdesse il 5% per azzerare il rendimento alla scadenza.

[email protected]