Nel febbraio del 2019, la società Juventus emise il suo primo bond (ISIN: XS1915596222). Fu subito ribattezzato “bond CR7”. A detta degli osservatori, infatti, i 175 milioni di euro incassati con quell’operazione erano serviti per fronteggiare le enormi spese di acquisto di Cristiano Ronaldo. Va detto, però, che l’emittente allora negò che vi fosse alcuna connessione. Il bond della Juventus fu piazzato sul mercato con una cedola del 3,375%, bassa per un’obbligazione non garantita e per giunta sprovvista di rating.

Da aggiungere anche che fu la prima nella storia della Serie A ad essere stata emessa direttamente da una società di calcio e non da una holding finanziaria collegata.

Bond Juventus 2024 da esempio a disastro

Il bond Juventus ebbe durata iniziale di cinque anni, dato che arriverà a scadenza il prossimo 19 febbraio del 2024. In questi quattro anni e tre mesi di vita esatti, ha risentito certamente dell’andamento generale del mercato obbligazionario. Ma è innegabile che abbia seguito fondamentalmente anche, se non soprattutto, la ciclicità dei risultati sportivi. Se a fine 2019 esibiva una quotazione superiore a 104, quando mancavano poco più di nove mesi lo scorso 10 maggio chiudeva la seduta a 95,67 centesimi. Da allora non risultano esservi stati scambi sul mercato secondario.

In base all’ultimo dato a disposizione, il bond Juventus offriva un rendimento alla scadenza del 9,50% lordo. Non solo è quasi il triplo rispetto all’emissione, ma a tutti gli effetti è tantissimo per un titolo della durata residua di 270 giorni. E’ evidente che la caduta dei prezzi stia risentendo delle vicissitudini giudiziarie legate alla società bianconera. Tra cambio dei dirigenti, penalizzazione in classifica inflitta e poi sospesa e corsa scudetto abbandonata oramai da tre stagioni, è una magra consolazione il buon cammino in Europa League.

Giù anche il titolo azionario

Quando l’allora presidente Andrea Agnelli emise il bond Juventus, i bilanci chiudevano ancora in positivo.

Subito dopo sono andati in profondo rosso, ancor prima che iniziasse la pandemia. L’indebitamento finanziario è esploso, la gestione contabile si è trasformata da punto di forza a macigno per l’outlook del titolo. Sono serviti due aumenti di capitale in due anni per complessivi 700 milioni di euro per mettere in sicurezza i conti. Ciononostante, in borsa la società capitalizza ancora appena 750 milioni. Ha dimezzato il suo valore rispetto alla primavera del 2019, quando le azioni Juventus raggiunsero l’apice.

Sarà interessante capire se la nuova dirigenza bianconera abbia intenzione di ripagare il bond Juventus in scadenza con una nuova emissione. Ai rendimenti attuali, sembrerebbe un’operazione eccessivamente costosa. Probabile che voglia attendere gli sviluppi sia sportivi che del mercato obbligazionario per valutare una simile ipotesi. In alternativa, dovrebbe fare ricorso a un prestito bancario. Riuscire a rifinanziarsi sul mercato, tuttavia, invierebbe un segnale di fiducia agli investitori nel capitale azionario. Ma se in questi giorni il Porto sta emettendo un nuovo bond con cedola 6,30% e settimana scorsa il Benfica uno al 5,80%, quanto alta sarebbe per la Juventus?

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