Sarebbe questione di giorni e la Grecia dovrebbe emettere il suo primo bond dell’anno. L’Agenzia di gestione del debito pubblico prevede per il 2022 di raccogliere 12 miliardi di euro sui mercati. Di questi, i tre quarti dovrebbero essere rastrellati entro il primo semestre, approfittando non solo della maggiore liquidità degli investitori nella prima parte dell’anno, ma anche dei maggiori acquisti di bond realizzati dalla BCE. A marzo, scade il PEPP. Attraverso questo programma d’emergenza, l’istituto aveva acquistato al 30 novembre scorso poco meno di 35 miliardi di euro di titoli di stato ellenici.

Con il “quantitative easing” (QE), i bond della Grecia non potranno essere inseriti in portafoglio da Francoforte, a causa del loro basso rating. Tuttavia, fino alla fine del 2024 saranno effettuati i reinvestimenti degli acquisti con il PEPP. Peraltro, le dimensioni del QE saranno raddoppiate a 40 miliardi al mese nel secondo trimestre e aumentate a 30 miliardi nel terzo. L’abbondante liquidità così iniettata sui mercati anche quest’anno sosterrà indirettamente anche i prezzi dei bond della Grecia.

Bond Grecia, deficit sotto il 3% l’anno prossimo?

Quanto all’imminente nuova emissione, dovrebbe trattarsi di una scadenza a 20 anni. Ma esiste anche l’ipotesi di riaprire il collocamento della scadenza a 15 anni (4 febbraio 2035 e cedola 1,875%), che allo stato attuale offre un rendimento lordo dell’1,78%. Atene dispone ancora di liquidità per circa una trentina di miliardi con cui tamponare i conti pubblici e colmare i deficit fiscali provocati dalla pandemia. Ma sta preferendo ricorrere ugualmente all’indebitamento sui mercati per approfittare dei bassi tassi ancora vigenti.

Il suo debito pubblico è sceso nel 2021 al 197% del PIL da oltre il 206% toccato nel 2020. Quanto al deficit, è atteso scendere al 4,1% quest’anno e al 2,9% nel 2023 da Fitch. La pandemia ha, peraltro, rallentato la marcia di ritorno dei bond della Grecia in area “investment grade”, obiettivo a cui il governo ambisce per far sì che la BCE possa inserire i suoi titoli del debito tra gli asset acquistabili con il programma ordinario.

Ad oggi, esibiscono una durata media di 20,5 anni, grazie all’allungamento dei prestiti concesso dai creditori pubblici europei negli anni passati. E questo rassicura sulla tenuta dei conti pubblici, malgrado l’elevatissimo debito accumulato.

[email protected]