L’Egitto torna a battere cassa alla comunità finanziaria internazionale. Il perdurare della crisi economica, accentuata dal calo dei flussi turistici in Medio Oriente e Nord Africa a causa degli episodi di terrorismo, ha costretto il governo egiziano ei presidente Abdel Fattah al Sisi ad accelerare le trattative per chiedere aiuti economici al Fondo Monetario Internazionale (Fmi). L’Egitto ha quindi ufficialmente chiesto l’aiuto del Fmi per raddrizzare la sua economia in difficoltà: lo ha annunciato la stessa organizzazione internazionale.

L’ammontare degli aiuti richiesti non è stato specificato dall’Fmi, che ha spiegato di attendere “con impazienza” l’avvio di colloqui con le autorità del Paese “per far fronte a questa sfida economica”. Secondo alcune fonti di stampa si tratterebbe di un contributo di 7 miliardi di dollari annui per un triennio.

Bond Egitto, il rendimento scende al 5%

Per effetto, i titoli di stato egiziani egiziani, sia in sterline egiziane (EGP) che in dollari (USD) hanno subito una impennata dei prezzi e i  rendimenti (inversamente proporzionali ai prezzi) sono tornati a scendere. Il bond Egitto con cedola 5,75% e scadenza 2020 (codice ISIN XS0505265859 ) ha fatto un balzo di 3 figure portandosi a quota 103 per un rendimento del 5%. Più marcata la risalita dei corsi dell’obbligazione a lunga scadenza Egitto 2040 con cedola 6,875% (codice ISIN XS0505478684) il cui prezzo è passato da 87 a 94 per un rendimento del 7,5%. Il rating del Egitto è speculative grade: B per Fitch, B+ Per Standard & Poor’s e B3 per Moody’s. Nonostante la crescita economica per il 2016 sia stata rivista in rialzo al 5%, per gli analisti il rischio paese resta elevato a causa delle turbolenze internazionali che incidono sui flussi turistici. Le riforme fiscali ed economiche del governo Sherif – osservano gli esperti di Moody’s – stanno attirando investimenti internazionali, ma il livello di debito del Egitto rimane elevato con un rapporto deficit/Pil superiore al 9% e un rapporto debito/Pil del 90%, superiore alla media dei paesi emergenti.

Fmi, in arrivo prestiti per 21 miliardi di dollari

Il presidente egiziano Sisi ha sottolineato l’importanza della cooperazione con il Fondo monetario internazionale per consolidare la fiducia internazionale e per ridare slancio all’economia, con la speranza di attrarre maggiori investimenti stranieri e per assicurare stabilità finanziaria. Il presidente ha sottolineato quanto sia importante razionalizzare le spese e ridurre le importazioni arbitrarie per stabilizzare il mercato e far calare la disoccupazione.
I principali quotidiani egiziani riferiscono che sono in corso “trattative tra l’Egitto e il Fondo monetario internazionale (Fmi) per ottenere un prestito di 7 miliardi di dollari annui per un triennio che sarà utilizzato per coprire il deficit di bilancio”. Nei prossimi giorni è attesa al Cairo una delegazione dell’Fmi. L’instabilità politica nel Paese a partire dalla rivoluzione del 2011 ha avuto ricadute negative sull’economia, spingendo ad una fuga dei turisti e degli investitori stranieri, con un conseguente dimezzamento delle riserve di valuta estera rispetto al 2011 che ora sono intorno a 16 miliardi di dollari. Il governo ha annunciato la sua intenzione nel proseguire sulle riforme economiche con l’imposta sul valore aggiunto (Iva) e i tagli ai sussidi. Preoccupano però la nuova impennata dell’inflazione e la svalutazione della moneta locale.