Pessimo momento per il calcio europeo, che non disputa una partita da ormai ben oltre un mese, a causa dei divieti di assembramento imposti dai governi per contrastare la diffusione del Coronavirus. E l’agenzia Standard & Poor’s ha preso nota di quanto stia avvenendo, declassando i rating dei bond emessi da due società italiane: Inter e Roma. Entrambi i titoli sono stati retrocessi di un gradino a “B+” da “BB-“, scendendo al secondo gradino dell’area “junk” o “spazzatura”.

E per entrambi il “CreditWatch” risulta negativo, segno che l’agenzia si riserva la facoltà di declassare ulteriormente il giudizio sulle obbligazioni delle squadre.

Il calcio non vuole perdere la faccia in piena emergenza Coronavirus, ma nemmeno i soldi

S&P nota come i governi difficilmente autorizzeranno in Europa “grandi raduni” per questa stagione e anche se le partite rimanenti per completare il campionato fossero disputate, molto probabilmente lo sarebbero a porte chiuse, facendo venire meno gli introiti dalla vendita dei biglietti agli stadi e creando persino i presupposti per una richiesta di risarcimento degli abbonamenti da parte dei tifosi. E ci sarebbe da mettere in conto anche gli effetti della crisi molto severa prevista dall’agenzia, con un calo del pil italiano atteso per quest’anno del 9,9%. La crescente disoccupazione creerebbe pressioni sulle stesse emittenti assegnatarie dei diritti di calcio, in sostanza svalutandone tendenzialmente il valore alla prossima asta, che si terrà l’anno prossimo e che varrà per il triennio successivo.

Calcio a rischio dopo il Coronavirus

Malgrado le difficoltà sul piano della liquidità, S&P non prevede che questa fase intacchi la capacità di Inter e Roma di onorare le scadenze, che tradotto nel linguaggio di tutti i giorni significa che le due società avrebbero maggiori problemi a rispettare i pagamenti delle cedole, ma il default resterebbe un evento improbabile per entrambe.

Chiaramente, aggiunge, le difficoltà dipenderanno dal tempo necessario per riavviare il campionato e questo, a sua volta, dipende dai tempi della pandemia. In altre parole, nel caso in cui il Coronavirus non smettesse di diffondersi entro le prossime settimane in Italia, rendendo impossibile la ripresa delle partite, un ulteriore declassamento dei bond diverrebbe probabile.

Il Coronavirus contagia le obbligazioni del calcio: giù i bond di Juventus e Inter

L’Inter ha emesso obbligazioni garantite per 300 milioni di euro a fine 2017 e con cedola 4,875%, in scadenza a fine 2022 (ISIN: XS1739592142). L’emissione della Roma è stata molto recente e risale allo scorso agosto. Il bond da 275 milioni scade nel 2024 e offre cedola del 5,125% (ISIN: XS2037757502). Entrambi i titoli si caratterizzano per i bassi volumi scambiati nel tempo, risultando poco liquidi, a causa delle scarse dimensioni iniziali. Anche la Juventus si è finanziata sui mercati e lo ha fatto nel febbraio dello scorso anno con un ribattezzato “Cristiano Ronaldo bond” da 175 milioni, in scadenza nel febbraio 2024 e a un rendimento di poco inferiore al 3,50%, pur essendo stato non garantito e sprovvisto di rating.

Il bond nerazzurro quotava venerdì scorso in area 90 centesimi, molto meno dei quasi 103 del 9 marzo, data di annuncio del “lockdown”, offrendo così un rendimento del 9,50%, praticamente il doppio della cedola. Il rischio di medio termine per le squadre italiane, già dai bilanci poco brillanti, consiste in un calciomercato quasi fermo per l’impossibilità di comprare, nonché di perdere i gioielli della rosa per la necessità di fare cassa. E proprio in questi giorni si è diffusa la voce che il Barcellona abbia messo gli occhi sul nerazzurro Lautaro Martinez.

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