Deutsche Bank lancia una nuova obbligazione zero coupon. Si tratta, come noto, di obbligazioni senza cedola il cui valore cresce gradualmente nel tempo fino alla data di rimborso che avviene alla pari. La nota banca tedesca ha infatti collocato presso investitori istituzionali, tramite la controllata Deutsche Bank AG London, una obbligazione bancaria in pesos messicani (MXN) sfruttando, in particolare, l’interesse degli investitori per i mercati emergenti e nei confronti di una moneta che si è indebolita molto negli ultimi anni rispetto a dollaro ed euro.

L’obbligazione senior unsecured (codice ISIN XS1482129530) emessa il 27 agosto per 1,916 miliardi di pesos è stata prezzata 9,4419% per un rendimento ai sottoscrittori del 10,33% su una lunghezza temporale di 25 anni. L’obbligazione Deutsche Bank AG London Zero Coupon agosto 2041 è negoziabile presso la borsa del Lussemburgo per tagli minimi di 5.000.000 di MXN. Come detto, il bond non stacca cedole durante il periodo di maturazione e verrà rimborsato a 100 a scadenza, il 27 agosto 2041.

Il peso messicano (MXN) ha perso il 23% contro euro negli ultimi tre anni

Per quanto riguarda i rischi connessi all’investimento, l’emittente non ha bisogno di presentazioni e non racchiude particolari rischi di solvibilità godendo di rating “investiment grade” (rating BBB+ per Standard & Poor’s), anche se ultimamente le banche europee sono state bersagliate da molte notizie negative spesso esagerate. Particolare rischio, invece, è legato al peso messicano, soggetta ad ampie oscillazioni contro euro. Negli ultimi 3 anni la valuta messicana si è indebolita del 23% contro la moneta unica a causa del crollo del prezzo del petrolio di cui il Messico è grande esportatore. Al momento, però, il peso messicano sembra aver trovato una certa stabilità oscillando fra quota 20 e 21 contro euro e interrompendo così la fase discendente iniziata con lo scoppio della crisi economica.

Messico, verso una crescita economica del 3%

Il Messico (rating BBB+ per Standard & Poor’s) nel 2015 ha registrato una crescita economica del +2.4% (dati OCSE), in ripresa rispetto al 2014 (+2,1%) ma ancora al di sotto delle proprie potenzialità.

La crescita moderata è legata, secondo quanto affermato dall’OCSE, da una parte, alla debolezza della produzione industriale degli Stati Uniti nello stesso periodo e al calo della produzione di petrolio in Messico – che avrebbe ridotto dello 0,4% il tasso di crescita dell’economia messicana – e, dall’altra, alla volatilità dei mercati finanziari. Una ripresa graduale, stando a quanto affermato dall’OCSE, è attesa da qui al 2017 e dovrebbe far passare il tasso di crescita al +3% nel 2016. Dal punto di vista strettamente finanziario, continua il processo di consolidamento delle finanze pubbliche, che ha permesso alla Banca Centrale di accumulare riserve internazionali per oltre 173 miliardi di USD (dati Banca Centrale a novembre 2015). Il deficit pubblico è leggermente aumentato (da -2,6% a fine 2014 a -4,1% a novembre 2015), ma resta sotto controllo, così come il rapporto debito/Pil (37,8%, dati FMI a fine 2015) e il tasso di inflazione (circa 3%), a riprova dell’ottimo stato finanziario del Paese, tanto nella sua componente pubblica come in quella privata.