Doccia fredda in settimana per i bond sovrani della Colombia. L’agenzia di rating S&P li ha declassati a “spazzatura”, tagliando il suo giudizio da BBB- a BB+. L’outlook è stabile, per cui non si prospettano ulteriori declassamenti a breve. Secondo gli analisti, entro l’anno Fitch seguirà con un taglio del rating a “junk”. Giù il mercato obbligazionario, quello azionario e il tasso di cambio. Contro il dollaro, il peso perde oltre l’8% quest’anno. E il rendimento a 10 anni è salito di ben 120 punti base nell’ultimo mese, portandosi al 7,26%.

Male anche la scadenza a 2 anni, che sempre nell’ultimo mese è salita dal 2,25% al 2,59% (+34 punti base). Un trend molto negativo, che non ha risparmiato neppure i bond della Colombia denominati in dollari. Il titolo con scadenza 15 aprile 2031 e cedola 3,125% (ISIN: US195325DS19) ha ceduto il 2,4% nello stesso periodo. Alle quotazioni di ieri, offriva un rendimento del 3,66%. Lo spread con il Treasury di pari durata risulta salito sopra i 200 punti base.

Cos’ha portato alla scure di S&P? In aprile, il governo del presidente Ivan Duque Martinez aveva varato una stangata fiscale, caratterizzata da forti aumenti di tasse. La popolazione è scesa in piazza e ha protestato massicciamente contro l’austerità imposta da Bogotà. A causa delle resistenze diffuse anche all’interno della maggioranza, l’esecutivo si è trovato costretto a ritirare la legge. Tuttavia, le proteste sono rimaste e ciò sta creando parecchi timori tra gli investitori. Si teme una degenerazione dell’attivismo anti-governativo, così com’è accaduto un anno e mezzo fa in Cile. Peraltro, quest’ultimo ha visto trionfare domenica scorsa l’estrema sinistra alle elezioni per la formazione di un’assemblea costituente.

Quest’anno, il deficit fiscale della Colombia è atteso all’8,6% del PIL. Era al 2,9% prima del Covid. I fondamentali macro si mostrano deboli, ma a spaventare maggiormente le stesse agenzie di rating sono le possibili prospettive.

Tutta l’America Latina è da tempo attraversata da pulsioni anti-mercato, che stanno riguardando stati insospettabili come il Perù, dove il candidato favorito al ballottaggio di giugno è anche stavolta di estrema sinistra.

Secondo gli analisti di Citi, però, non sarebbe ancora arrivato il tempo di comprare i bond della Colombia. Il momento più opportuno sarebbe successivamente a un secondo declassamento del rating, quello ipotizzato di Fitch entro fine anno. Più difficile che anche Moody’s scaraventi il debito del paese sudamericano nell’area “junk”. Ad oggi, mantiene un rating di Baa2, due gradini sopra di essa.

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