In settimana, Carnival Corp. ha emesso un nuovo bond per l’importo di 2 miliardi di dollari, più degli 1,25 miliardi ipotizzati prima dell’operazione. Grazie alla buona domanda riscontrata, il titolo ha spuntato anche un rendimento inferiore di quello stimato dall’emittente stesso. Anziché l’11,50%, l’obbligazione con scadenza nel 2028 è stata piazzata sul mercato con rendimento 10,75%. Infatti, a fronte di una cedola del 10,375%, il prezzo di aggiudicazione è stato di 98,465 centesimi. A tutti gli effetti, il bond Carnival ha offerto un premio rispetto al rendimento medio vigente sul mercato “junk” americano.

Prima dell’emissione, questo era al 9,31%.

Il bond Carnival sarà garantito da una dozzina di navi della flotta dal controvalore di 8,2 miliardi di dollari. I proventi raccolti saranno destinati al pagamento di altre obbligazioni in scadenza. Tra qualche settimana dovrà essere rimborsato un bond in euro per 550 milioni, mentre alla fine del marzo prossimo sarà la volta di un bond da 2 miliardi di dollari. In questo secondo caso, c’è la maxi-cedola di 11,50%. La scadenza del 7 novembre, invece, paga un tasso di appena 1,875%.

Il bond Carnival ha rating “spazzatura”. Significa che il debito della società è considerato altamente a rischio. Del resto, il business è stato esposto negli ultimi anni alle criticità legate alla pandemia. I debiti sono esplosi a 35 miliardi di dollari, stando ai dati al 30 settembre scorso. E il terzo trimestre fiscale si è chiuso in perdita di 770 milioni.

Bond Carnival, entra in gioco il cambio

Chi volesse investire nel bond Carnival di nuova emissione, si troverebbe a fronteggiare un doppio rischio come minimo. Il primo è chiaramente di credito, cioè legato all’eventualità che la compagnia non sia in grado di effettuare i pagamenti. Tuttavia, essendo garantito dalla flotta navale, tale rischio nel concreto si riduce enormemente. Invece, il rischio di cambio si mostra elevato. L’emissione è in dollari e al momento il cambio euro-dollaro si aggira sui minimi dal 2002.

Se e quando risalisse da qui alla scadenza o alla previa data del disinvestimento, infliggerebbe perdite in conto capitale all’obbligazionista.

Ad oggi, il mercato forex non sconta un drastico apprezzamento dell’euro nei prossimi anni. Appare inverosimile, però, lo scenario per cui la moneta unica resti così debole troppo a lungo. Nel medio-lungo termine, la divergenza monetaria tra Federal Reserve e BCE dovrebbe restringersi e ciò indebolirebbe il dollaro e rafforzerebbe l’euro e le altre principali valute mondiali.

Infine, il bond Carnival rischia anche di essere poco liquido sul mercato secondario. Gli scambi che hanno ad oggetto obbligazioni “spazzatura” tendono ad essere meno frequenti di quelli relativi ai titoli “investment grade”. A questo segmento sono più interessati gli investitori istituzionali con finalità speculative.

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