Vi siete chiesti se alcune delle emissioni obbligazionarie con alte cedole per le quali avevate valutato un investimento, si siano alla fine rivelate redditizie o meno? Quasi ogni giorno, se seguiamo la stampa finanziaria, leggiamo di offerte apparentemente imperdibili. A volte ci sentiamo persino sciocchi a non cogliere tali opportunità di guadagno. Chi non risica, non rosica. Non dice questo un famoso proverbio? L’azzardo è motore della finanza, anzi dell’economia in generale. Senza propensione al rischio non ci sarebbe impresa, dovremmo rinunciare all’innovazione tecnologica e probabilmente vivremmo come gli uomini delle caverne.

Detto questo, è anche vero che un altro proverbio mette in guardia sul fatto che non sia tutto oro ciò che luccica. E cercheremo di capirlo da soli attraverso il bond emesso dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI) nel maggio 2017 e denominato in rand sudafricani.

Questo titolo ha scadenza in data 5 maggio 2027 (ISIN: XS1605368536). Quando fu emesso, quindi, aveva una durata iniziale di dieci anni. Al momento, mancano al suo rimborso meno di cinque anni. Stacca una cedola lorda annuale dell’8%. Altissima persino in una fase di rendimenti elevati come quella attuale. Mettete in conto anche che l’emittente ha rating tripla A, cioè è considerato massimamente affidabile da tutte le agenzie di valutazione internazionali. Ciononostante, continua ad offrire un rendimento lordo alla scadenza superiore al 9,30%.

Esempio d’investimento

Immaginiamo di avervi investito 5.000 rand all’atto della sua emissione. Questo è il lotto minimo acquistabile. La quotazione allora fu di 97,759 centesimi. Considerato anche il tasso di cambio di 1 euro per 13 rand, avremmo speso 376 euro. Nel corso di questi oltre sei anni, il bond BEI ci avrebbe staccato ad ogni 5 maggio una cedola di 400 rand. Chiaramente, anno dopo anno il valore effettivo di questa cedola per noi investitori dell’Eurozona sarebbe cambiato in base alla variazione del tasso di cambio.

Ecco grosso modo lo storico dei pagamenti, tenuto conto del tasso di cambio in vigore ad ogni data di pagamento:

  • 5 maggio 2018: 26,67 euro;
  • 5 maggio 2019: 24,88 euro;
  • 5 maggio 2020: 19,36 euro;
  • 5 maggio 2021: 23,39 euro;
  • 5 maggio 2022: 23,71 euro;
  • 5 maggio 2023: 19,70 euro;
  • 6 giugno 2023*: 1,62 euro.
  • TOTALE: 139,33 euro

*rateo attivo per la godimento cedola dal 5 maggio al 6 giugno 2023.

Immaginiamo di avere disinvestito ieri il capitale di 5.000 rand. Alla quotazione di 96 centesimi, avremmo incassato 4.800 rand. Al tasso di cambio di 20,61 (-37% in sei anni), li avremmo riconvertiti in 232,90 euro. Quale sarebbe stato il nostro rendimento lordo? Per saperlo, dobbiamo sommare il capitale (Cf) alle cedole (i) e rapportare il risultato al valore dell’investimento iniziale (Ci):

  • Cf + i = 232,90 + 139,33 euro = 372,23 euro
  • r = (Cf + i) / Ci = 372,23 / 376 = 0,99

Bond BEI in rand, bilancio pesantemente negativo

Poiché il risultato della divisione è inferiore all’unità, significa che il rendimento effettivo è stato negativo. Per l’esattezza, esso è stato del -1%. Ma dobbiamo considerare ancora un paio di elementi. Il primo riguarda la tassazione delle cedole al 12,50%. Il loro valore effettivo netto scende così a meno di 122 euro. Sommato sempre al capitale finale, otteniamo 354,81 euro. Il rapporto con il capitale iniziale ci esita un rendimento effettivo netto del -5,6%.

Non è finita. C’è da considerare anche l’inflazione per capire se il rendimento reale sia considerarsi positivo o negativo e di quanto. Tra il maggio del 2017 e il mese scorso, l’inflazione cumulata in Italia è stata del 17%. Detraendo questa percentuale dal rendimento effettivo netto, otteniamo un pesante -22,6%. Praticamente, abbiamo investito 100 nella primavera del 2017 e abbiamo incassato un capitale con tutte cedole pari a 77,4 in termini di potere di acquisto. Sarebbe stato un pessimo investimento.

Ovviamente, la tempistica dell’ingresso e dell’uscita dal mercato fa la differenza. Ad esempio, se avessimo disinvestito esattamente due anni fa, avremmo rivenduto il bond BEI in rand ad una quotazione di 105, cioè maturando una plusvalenza di quasi il 10%.

E fino ad allora l’inflazione sarebbe stata solamente del 2,5%. In quel caso, il rendimento netto reale effettivo dell’investimento sarebbe risultato appena superiore allo zero. Perlomeno, non ci avremmo perso nulla.

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