Possono rendere molto, fino all’11,7% come nel caso di Mps. “Gli spread offerti dal settore finanziario sono tornati appetitosi“, ha scritto la settimana scorsa Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia.

Le obbligazioni emesse dalle banche, scrive MF, incorporano nei valori il rischio Italia-spread e il fatto che molte emissioni, quelle dai valori più elevati, sono subordinate e quindi rischiano di trasformarsi in azioni se l’istituto finisce in difficoltà. Per questo hanno tagli di investimento minimo alti, anche 100 mila e 200 mila euro, per evitare che finiscano nelle mani del retail.

Ma all’inizio del mese l’ad di Unicredit, Jean Pierre Mustier, ha fatto da trendsetter impegnando 530 mila euro in obbligazioni perpetue del gruppo al valore di 108,98, cedola al 9,25%. Si tratta appunto obbligazioni subordinate (AT1), titoli che, in caso di inadempienza di pagamento da parte dell’emittente saranno rimborsate per ultime, dopo che saranno soddisfatti gli obbligazionisti senior.

Il fatto che il ceo le abbia sottoscritte per importi rilevanti sta a indicare la sua fiducia nella solidità della banca. Fra l’altro il 28 novembre Unicredit ha emesso un bond Tier 3 (cedola in dollari del 7,83%, acquistato interamente, pare, dal colosso Pimco) per un valore di 3 miliardi. Serve per sostenere il cuscinetto di capitale richiesto da Francoforte alle banche sistemiche.