Anche l’italiana Cerved batte cassa. Con un’operazione finanziaria curata e assistita da noti studi professionali, Cerved Technologies, società controllata da Cerved Group, ha emesso presso investitori istituzionali obbligazioni per 780 milioni di euro. Nata nel 2009 dai fondi di private equity Bain Capital e Clessidra con l’integrazione di 7 società di consulenza finanziaria (Centrale dei Bilanci, Cerved, Lince, Pitagora, Databank, Finservice e Consit), Cerved è da quest’anno di proprietà del grosso fondo d’investimenti Cvc Capital Partners che l’ha acquisita per 1,13 miliardi di euro.

Il gruppo offre consulenza a oltre 30mila clienti che comprendono il 90% delle banche e circa 800 grosse società italiane. Si può quindi dire che Cerved è leader indiscusso in Italia per la fornitura di informazioni sulla qualità del credito delle maggiori società quotate disponendo altresì di un enorme e invidiabile database sulla solvibilità delle aziende. Nel 2012 Cerved ha realizzato 292 milioni di euro di ricavi con un incremento del 9% rispetto al 2011, grazie anche all’acquisizione di Jupiter Asset Management, Jupiter Iustitia e Resolution, società specializzate nella valutazione e nella gestione dei crediti problematici, che sono entrate a far parte del gruppo.

 

Il rating dei Cerved bond è junk

 

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Dopo un breve periodo di road show presso investitori qualificati, si è concluso il collocamento dei tre bond high yield per un totale di 780 milioni di euro da parte di Cerved Technologies, società appositamente costituita da Cvc Capital Partners per realizzare l’acquisizione del gruppo Cerved con i suoi 1.200 dipendenti. Dei fondi raccolti – precisa una fonte Reuters – 290 milioni saranno utilizzati per ripagare prestiti bancari, 50 milioni di tasse e commissioni relative alla procedura di acquisizione del gruppo, e parte di quello che rimane per pagare 700 milioni di euro al fondo Bain Capital. Un’operazione a debito, come spesso i fondi di private equity sono soliti fare per acquisire il controllo di società da rilanciare o sviluppare.

Manovre finanziarie che coinvolgono grossi capitali e che non sempre sono redditizie, soprattutto se la crisi economica e finanziaria tende a ridurne i margini di guadagno. Come avvenuto lo scorso anno con il gruppo Seat Pagine Gialle, acquisito a leva proprio da fondi di private equity, fra cui anche Cvc Capital Partners. Significativa, in questo senso, è la valutazione degli analisti di Moody’s e Standard & Poor’s che hanno assegnato un giudizio “junk“, spazzatura, al gruppo Cerved Technologies. Secondo gli esperti delle agenzie di rating, il gruppo Cerved ha un’elevata leva finanziaria e un corretto rischio aziendale. Il debito della società, infatti, è atteso a sei volte l’Ebitda atteso nel 2013 mentre per quanto riguarda il business, la presenza concentrata quasi unicamente sul mercato italiano è controbilanciata dall’essere leader indiscusso.

 

Le obbligazioni Cerved Techinologies in dettaglio

 

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Il bond Cerved Technologies da 780 milioni di euro è stato suddiviso in tre tranches, due a tasso fisso e una a tasso variabile. La fetta più grossa riguarda le emissioni a tasso fisso per un totale di 530 milioni di euro. La prima, da 300 milioni (XS0876813600) è di tipo senior unsecured e paga una cedola fissa del 6,375% il 15 gennaio di ogni anno fino al 2020. Il titolo, quotato sulla borsa del Lussemburgo, ha un taglio minimo di negoziazione di 100.000 euro più multipli aggiuntivi da 1.000 e rende poco meno del valore della cedola in corso essendo già il prezzo intorno a 101. Stesse caratteristiche di negoziazione per la seconda emissione a tasso fisso da 230 milioni, ma con scadenza 2021 (XS0876835595) che offre una cedola annuale più alta, l’8%, in virtù della durata maggiore, e un rating più basso secondo Standard & Poor’s (CCC+ anziché B) per via del differente grado di subordinazione (obbligazione di tipo subordinata). Scadenza intermedia al 2019, invece, per il bond a tasso variabile da 250 milioni le cui cedole (Euribor a 3 mesi + 5,37%) vengono staccate ogni tre mesi a partire dal 15 aprile di quest’anno (XS0876829945).

Anche qui il taglio minimo di negoziazione è di 100.000 euro nominali, mentre il rating attribuito da Standard & Poor’s è B.