Nuovo collocamento sindacato per la Grecia dopo quello di ieri dell’Italia. E anche nel caso di Atene, si è trattato di emettere sul mercato un bond a 10 anni. Ma non uno nuovo. Il Tesoro ha deciso di riaprire il collocamento del decennale già esistente, quello con scadenza 18 giugno 2031 e cedola 0,75%. Il titolo ha esitato un rendimento dello 0,94%, vale a dire di 82 punti base sopra il tasso “midswap”. In fase di guidance, si era ipotizzato un rendimento dell’1%. Altissima la domanda: 26 miliardi di euro, a fronte dei 2,5 miliardi offerti.

Il bond a 10 anni della Grecia ha, quindi, attratto ordini per oltre 10 volte l’offerta. A titolo di confronto, ieri l’Italia ha registrato una domanda complessiva di 65 miliardi per 10 miliardi emessi. Il rapporto di copertura è stato di 6,5, nettamente più basso della Grecia. E di certo non per via del minore rendimento. Il nuovo BTp a 10 anni ha esitato, infatti, lo 0,96%, 2 punti base in più dell’omologo ellenico, pur a fronte di una scadenza più lunga di 6 mesi.

Bond a 10 anni, raccolta 2021 sale a 11 miliardi

Sul mercato secondario, il bond a 10 anni della Grecia viaggia oggi a un rendimento dello 0,84%, 10 punti base più basso del risultato del collocamento. Nel caso italiano di ieri, invece, il premio è stato solamente di 4 punti base. Ad ogni modo, impressiona la quantità di ordini che la Grecia sta riuscendo ad attirare. Considerate che i 26 miliardi sopra indicati equivalgono a quasi 15 punti di PIL. Sarebbe come se l’Italia ricevesse ordini per almeno 260 miliardi. Ad essersi occupate dell’operazione sono state BNP Paribas, Deutsche Bank, Goldman Sachs, HSBC, JP Morgan e Nomura.

A questo punto, la Grecia risulta avere emesso 11 miliardi di euro quest’anno. Stando alle indicazioni del governo, potrebbe tornare sui mercati per raccogliere un altro miliardo entro la fine del 2021. Non che ne abbia bisogno, data l’elevata liquidità di cui dispone (oltre 30 miliardi).

Ma il paese vuole approfittare dei bassi costi di indebitamento per mettere in cascina quanto più fieno possibile e prepararsi così alle scadenze di medio termine senza alcun patema d’animo. Dopo un periodo di grazia lungo un decennio, tornerà a rimborsare capitale e a pagare gli interessi sui debiti contratti con i creditori pubblici europei e pari a circa l’80% del totale.

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