L’annuncio dell’emissione del primo “Bitcoin bond” ha fatto scalpore. Lo stato di El Salvador sarà il primo al mondo ad effettuare un’operazione del genere dopo essere stato il primo ad avere imposto la crypto come valuta legale. Il primo collocamento avverrà a gennaio per un controvalore di 1 miliardo di dollari, riguarderà una scadenza decennale e offrirà cedola fissa del 6,5%. Ma gli obbligazionisti potranno beneficiare anche dei rialzi delle quotazioni dei Bitcoin. Come? La metà dei capitali raccolti, cioè 500 milioni di dollari, sarà utilizzata per acquistare la “criptovaluta”.

Al termine dei cinque anni, si provvederà alla rivendita e l’eventuale plusvalenza realizzata sarà girata agli obbligazionisti.

Le emissioni saranno una decina per complessivi 10 miliardi. Se l’importo vi sembra già elevato, dovete solo sapere che il PIL di El Salvador si aggira al momento sui 25 miliardi. Praticamente, il presidente Nayib Bukele ha annunciato emissioni future di debito per circa il 40% delle attuali dimensioni economiche del paese emergente.

Nelle ultime due settimane, le obbligazioni sovrane denominate in dollari (El Salvador non batte più una sua moneta sovrana) hanno accusato perdite rilevanti. Il bond gennaio 2023 e cedola 7,75% (ISIN: USP01012AJ55) ha ripiegato del 7%, salendo a un rendimento del 27,5%. Una percentuale altissima per una scadenza residua di poco superiore all’anno. Male anche il bond gennaio 2025 e cedola 5,875% (ISIN: USP01012AS54): -10% e rendimento a poco meno del 21%. Le agenzie di rating classificano il debito dello stato “non investment grade”, cioè ad alto rischio di credito: B- per S&P e Fitch, Caa1 per Moody’s.

L’azzardo dei Bitcoin bond

Il debito pubblico è salito al 90% del PIL nel 2020, mentre il deficit quest’anno è atteso in calo da Fitch al 7,7% dal 9,2% dello scorso anno. E stando al bilancio presentato dal governo per il 2022, scenderebbe al 4,5% per il prossimo anno. A inquietare dei Bitcoin bond sono diversi elementi.

Il primo riguarda l’eccessiva esposizione del paese a un asset del tutto sfuggente al suo, come di chiunque, controllo. E ciò sta avvenendo in misura enorme. Secondariamente, queste emissioni allontanano le probabilità di un accordo con il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e finalizzato ad ottenere un prestito da 1,3 miliardi.

L’FMI giudica negativamente la scelta di legarsi ai Bitcoin e di riconoscerla valuta legale assieme al dollaro. Ritiene che i conti pubblici di El Salvador siano gravati da passivi ingenti e che starebbero rendendo difficile l’erogazione dei servizi pubblici. In generale, l’istituto è stato escluso dalla gestione dell’infrastruttura e dai progetti ad essa legati, come la nascita di Bitcoin City, la città che verrà costruita alle pendici di un vulcano nell’area orientale del paese e che sarà nelle intenzioni di Bukele una sorta di meta per i capitali domestici e stranieri in cerca di affari esentasse.

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