I rendimenti dei titoli di Stato dell’Eurozona sono diminuiti, invertendo il selloff arrivato dopo le decisioni di politica monetaria della Banca Centrale Europea. Il rendimento del Bund a 10 anni è sceso a -0,48%. In lieve allargamento lo spread, a 146,728 punti base.

A innescare questo cambio di orientamento dei tassi hanno contribuito le parole del capo economista della Bce, Philip Lane, che in post sul blog della banca centrale ha ‘corretto il tiro’ dell’ottimismo percepito ieri dai mercati nell’intervento della presidente Christine Lagarde.

La stessa Lagarde è sembrata piú prudente poi, durante la conferenza stampa alla conclusione dell’Eurogruppo, sottolineando che la ripresa dell’Eurozona dalla recessione indotta dalla pandemia di coronavirus è ancora incerta, incompleta e divergente, per cui “non possiamo permetterci autocompiacimento“.

Con euro troppo forte, inflazione non risale

Dovrebbe essere assolutamente chiaro che non c’è spazio per l’autocompiacimento“, aveva scritto Lane, sottolineando che la ripresa economica della regione è stata irregolare, con recenti debolezze nell’ampio settore dei servizi e sottolineato che l’inflazione è troppo bassa, in parte a causa di un recente aumento dell’euro. “Nei prossimi mesi sarà disponibile una serie di informazioni piú ricche che aiuteranno a dare forma alla calibrazione della politica monetaria“, ha aggiunto il banchiere centrale irlandese.

Prezzi in rialzo e rendimenti bond in calo

“Non c’era stato un grande incoraggiamento” da parte della Bce su un eventuale aumento del programma di Qe di emergenza pandemica, con la Bce che sembra “in modalitá reattiva”, evidenziano gli strategist obbligazionari di Citigroup. Tuttavia, poiché i prezzi segnalano la possibilità di una inflazione core negativa a settembre, “potrebbe non passare molto tempo prima che ci sia qualcosa a cui reagire“, dicono gli esperti. Considerano ancora probabile l’aumento del Pepp a dicembre, una circostanza che mantiene i titoli di Stato della zona euro “ben supportati e a lungo“.

Il commento degli analisti

Nel frattempo, gli alti volumi di emissioni di titoli di Stato nella zona euro a settembre “sono stati finora ben assorbiti e una buona accoglienza potrebbe incoraggiare i governi a pre-finanziare per il prossimo anno durante il quarto trimestre”, affermano gli strategist obbligazionari di Citigroup. Gli esperti aggiungono che “le istituzioni finanziarie monetarie e gli investitori giapponesi si aggiungono ai flussi della Banca centrale europea“. Da Citigroup sottolineano che “con la domanda che risponde all’offerta, ciò potrebbe indurre gli emittenti a prefinanziare per il 2021 nel 4° trimestre, creando rischi al rialzo per l’offerta a breve termine“.

Prevista una valanga di emissioni per settembre

Citigroup ha recentemente previsto l’emissione di titoli di Stato da parte degli 11 maggiori emittenti dell’Eurozona a 127 miliardi di euro per settembre. In questo senso, Commerzbank prevede che le emissioni lorde di titoli di Stato saranno in forte calo nel 2021 nell’Eurozona rispetto a quest’anno, spinte dalle speranze di un forte rimbalzo e dall’emissione di obbligazioni pianificata dall’Ue, spiega Michael Leister, responsabile della strategia sui tassi di interesse. Commerzbank stima un’emissione lorda di titoli di Stato di 929 miliardi di euro nel 2021, rispetto ai 1.295 miliardi di euro previsti per quest’anno. I Paesi della zona euro stanno preparando i progetti di bilancio per il prossimo anno prima di inviarli a Bruxelles entro la fine di ottobre, ricorda Leister.

Ma nel 2021 emissioni al minimo storico

L’emissione netta di titoli di Stato (emissione lorda meno rimborsi) nella zona euro, aggiustata anche per gli acquisti di obbligazioni attesi da parte della Banca centrale europea e per l’emissione di obbligazioni dell’Ue, “scenderá al minimo storico nel 2021“, secondo le aspettative di Commerzbank. Gli strategist della banca tedesca si aspettano che questo volume sia inferiore a 366 miliardi di euro.

Spread previsto in contrazione

In questo contesto, Commerzbank afferma di vedere spazio per un ulteriore restringimento dello spread di rendimento Btp/Bund fino a 115 punti base, poichè la Banca centrale europea continua ad acquistare obbligazioni e l’Ue prevede di avviare emissioni di obbligazioni. “I Btp sembrano pronti a rafforzarsi ulteriormente poichè lo spostamento congiunto Bce/Ue è rafforzato dall’impatto positivo dell’integrazione dell’Ue“, commenta Michael Leister, responsabile della strategia sui tassi di interesse di Commerzbank.

Anche Bnp Paribas Markets 360 prevede “un ulteriore restringimento degli spread dei rendimenti dei titoli di Stato della periferia della zona euro, quindi ha abbassato le previsioni per gli spread spagnolo e italiano da qui a fine anno“. Il restringimento dello spread “è supportato dalla bassa volatilitá dei tassi core, dagli acquisti della Banca Centrale Europea e da una diminuzione quota degli investitori non residenti nel mercato italiano dei Btp al minimo visto l’ultima volta nel 1999“, sottolineano gli economisti di Bnp Paribas Markets 360.

L’obiettivo ora è uno spread di rendimento Bonos-Bund a 10 anni di 60 punti base e uno Btp/Bund a 120 punti base alla fine del quarto trimestre. Questi spread attualmente sono rispettivamente a 78 punti base e 144 punti base.