Oggi la BCE renderà noto l’importo che le banche dell’Eurozona hanno deciso di rimborsare nel quarto trimestre di quest’anno, in relazione ai prestiti ottenuti con le aste T-Ltro. Si tratta della prima finestra di opportunità concessa da Francoforte agli istituti di credito per uscire fuori dal programma di aiuti varato sotto la pandemia e che ha visto erogazioni per complessivi 2.100 miliardi di euro. In scadenza sono attesi 69 miliardi, ma le stime puntano su restituzioni per ben 885 miliardi.

Praticamente, il 40% dei prestiti sarebbe rimborsato adesso su pressione della BCE. L’annuncio avrà effetti molto importanti sul mercato dei bond.

Secondo il vice-governatore Luis de Guindos, i rimborsi anticipati allevieranno la carenza di collaterale. La scorsa settimana, la stessa BCE aveva allentato le regole, aumentando la quantità di titoli di stato prestati agli investitori dietro il deposito di liquidità. Una misura che punta a ridurre la carenza di collaterale che sta inquietando il mercato. Con i rimborsi anticipati, questa dovrebbe ridursi ulteriormente. Infatti, la BCE custodisce titoli di stato a garanzia di tali prestiti. Una volta che saranno stati restituiti, tali bond affluiranno nuovamente sul mercato.

Così BCE manda giù spread

La sola prospettiva avrebbe contribuito in queste ultime settimane a restringere decisamente gli spread sul tratto medio-breve delle scadenze. I rendimenti dei BTp a 2 anni hanno viaggiato negli ultimi mesi intorno a una media di +100 punti (+1%) sopra i Bund di pari durata. Al momento, il differenziale è sceso a poco più di 50 punti. Gli investitori non starebbero più percependo l’urgenza di acquistare titoli tedeschi come collaterale per prendere a prestito denaro dalla BCE. Sono consapevoli che a breve ne dovrebbe arrivare una grossa quantità sul mercato.

Sempre de Guindos ha preannunciato che al board di dicembre la BCE discuterà se sarà il caso di avviare il cosiddetto “quantitative tightening” (QT).

In pratica, cesserebbero i riacquisti dei bond in scadenza e/o questi sarebbero rivenduti sul mercato. Secondo lo spagnolo, si andrebbe verso un QT “passivo”, nel senso che Francoforte si limiterebbe a lasciare scadere i bond senza riacquistarli, ma non li rivenderebbe. L’operazione avrebbe un impatto meno doloroso per i titoli di stato e corporate, dato che si tradurrebbe in una minore domanda, ma non anche in una maggiore offerta.

Per quanto l’inflazione sia in accelerazione nell’Eurozona, le attese sono per un rialzo dei tassi BCE a dicembre meno drastico dello 0,75% adottato ai board di luglio e settembre. Il mercato punta su una stretta di appena 25 punti base. I tassi salirebbero così al 2,25%.

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