Nei giorni scorsi, l’indice S&P 500 ha superato i massimi storici che erano stati toccati nel febbraio scorso, di fatto più che coprendo le perdite accusate dai mercati azionari con l’emergenza Covid. A molti sembrerà una disconnessione con la realtà, dato lo stato delle economie mondiali, per altri il trend è motivo di ottimismo, segnalando che gli investitori stiano scontando una ripresa veloce. Ma se i valori delle azioni nel migliore dei casi si sono riportati ai livelli pre-Covid – non in Europa, dove restano quest’anno in calo a doppia cifra – maggiori soddisfazioni sono arrivate dal comparto obbligazionario.

Non da tutto, quanto dal segmento convertibile.

L’SPDR Bloomberg Barclays Convertible Securities ETF segnava alla giornata di ieri un rialzo del 24% quest’anno, salito a quasi 68 punti. Si tratta di un indice, che investe in obbligazioni convertibili in dollari. Le emissioni di questi strumenti hanno vissuto un vero boom negli ultimi mesi, contrariamente al periodo della crisi finanziaria del 2008-’09, quando risultarono colpite dalla sfiducia del mercato.

Pertanto, chi avesse a inizio anno investito in questi bond, oggi realizzerebbe guadagni molto elevati, pur a fronte di un indebolimento del dollaro contro l’euro e altre valute principali. A cosa si deve questo trend? Per obbligazioni convertibili s’intendono titoli del debito emessi da società, che assegnano al possessore la facoltà di conversione in azioni a un dato prezzo e (d)a una certa data.

Perché con la crisi dei mercati sono esplose le emissioni di obbligazioni convertibili

Come funzionano le obbligazioni convertibili

Vengono emessi sempre alla pari e le cedole riconosciute all’obbligazionista risultano inferiori a quelle che la stessa società corrisponderebbe per obbligazioni ordinarie di pari durata. Dunque, acquistandole si corre il rischio di investire in un titolo meno remunerativo delle alternative disponibili, ma si ha il vantaggio di poter mettere le mani su guadagni potenzialmente anche elevati, nel caso in cui il valore delle azioni salisse sopra quello fissato dalla conversione.

In altre parole, se un bond da 1.000 dollari mi consente di acquistare 40 azioni della stessa società a 25 dollari ciascuna e in/dalla data 15 settembre 2023, qualora tra 3 anni le azioni risultassero salite a 35 dollari, di fatto mi converrebbe esercitare la conversione, in quanto acquisterei i titoli a 25 e li rivenderei in borsa a 35, maturando una plusvalenza di 10 x 40 = 400 dollari, pari al 40% dell’investimento effettuato. Alla base vi è la fiducia verso la crescita delle azioni. D’altro canto, parte del mercato punta a contenere i rischi, date le valutazioni mediamente elevate di queste ultime, investendo su uno strumento che consente sia di partecipare ai guadagni di un eventuale rally in borsa, sia di garantirsi guadagni minimi, non esponendosi ai rischi di un investimento azionario.

L’ETF di per sé accresce i suddetti vantaggi, diversificando il capitale investito e imponendo bassi costi, data la gestione passiva che la caratterizza. Esso replica semplicemente l’andamento del sottostante, non puntando a battere il mercato. E così, oltre ad aver fatto guadagnare parecchio negli ultimi mesi, ci segnala piuttosto nitidamente il trend dell’obbligazionario convertibile a stelle e strisce.

Obbligazioni convertibili protezione sui mercati finanziari nel 2020?

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