Il Portogallo è uscito vincitore dalla crisi del debito sovrano di 10 anni fa e dopo appena 3 anni di assistenza finanziaria della Troika (UE, BCE e FMI) è stato in grado di rimettersi in carreggiata. Trainata dal turismo, i tassi di crescita della sua economia sono stati mediamente superiori al 2% tra il 2014 e il 2019, con punte del 3,5% toccate nel 2017. Ma lo scorso anno si è chiuso con un pesante -7,6%, peggio della media del -6,8% registrata nell’Eurozona. Per quest’anno, il governo di Antonio Costa prevede una crescita del +5,4%, di per sé insufficiente per tornare ai livelli pre-Covid.

Ma queste stime risulterebbero sopravvalutate, dato che per Lisbona il 2021 è iniziato peggio del previsto.

Bond Portogallo, rendimenti negativi anche a 10 anni: ecco i fattori del successo di Lisbona

A gennaio, il paese ha registrato ben il 43% di tutti i casi di Covid da inizio pandemia e il 44% delle morti correlate. In un solo mese, gli attualmente positivi sono stati di 180 mila, l’1,8% della popolazione. L’apice sarebbe stato toccato la settimana scorsa, quando i nuovi casi giornalieri raggiungevano l’apice di 16.432. In rapporto al numero degli abitanti, sarebbe come se l’Italia in un solo giorno avesse registrato oltre 95 mila contagi. Gli ospedali portoghesi sono stracolmi, a tal punto che il governo ha dovuto appellarsi ai partner europei per ospitare alcuni suoi pazienti in terapia intensiva. Germania e Austria hanno risposto subito all’appello.

Dei circa 50 mila medici in servizio, quasi la metà risulterebbe essere stata contagiata. Un collasso sanitario, che rischia di avere ripercussioni profondamente negative sulla ripresa del PIL. Le cause di questa forte recrudescenza sarebbero legate alla volontà del governo di tenere le attività quanto più aperte possibili a Natale, periodo in cui molti turisti britannici ne approfittano per trascorrere le vacanze in terra lusitana. E proprio la variante inglese avrebbe così fatto ingresso nel paese.

Il turismo, che negli anni passati aveva fatto sperare in una crescita strutturalmente positiva e sopra la media europea, adesso si starebbe trasformando in un boomerang, un macigno che peserà sulle prospettive a medio termine di Lisbona.

Mercato dei bond ultra-tonico, forse troppo

Eppure, in settimana il Tesoro è stato in grado di emettere un bond a 30 anni, da rimborsare nell’aprile 2052, offrendo 3 miliardi di euro e raccogliendo ordini per 40 miliardi. Un successo enorme, che ha fatto sì che il rendimento esitato sia stato il più basso della storia portoghese per questa scadenza: 1,022%. Il decennale continua ad offrire poco più dello 0%. A dicembre, era stato il primo nel Sud Europa a registrare rendimenti negativi. Pochi giorni fa, ha stravinto per un secondo mandato il presidente uscente conservatore Marcelo Rebelo de Sousa. Forse, anche questa forte stabilità granitica contribuisce in misura determinante al successo delle emissioni obbligazionarie sovrane. Nel 2020, le scadenze medie collocate sul mercato sono state di 10 anni e a un costo dello 0,60%.

Il governo prevede di abbassare il rapporto tra debito e PIL dal 135% del 2020 al 130,9% quest’anno. Numeri apparentemente ottimistici, proprio alla luce di quanto stia accadendo con la pandemia. Se è vero che la BCE ha spento temporaneamente il rischio sovrano nell’area e che quello politico si mostra assai basso, questi numeri appaiono ad ogni modo sconnessi dai fondamentali. Il debito lusitano resta sostenibile, così come quello italiano, grazie ai bassi tassi di mercato, ma davvero gli investitori saranno disposti ancora a lungo ad acquistarne i titoli a 30 anni all’1% e quelli a 10 anni senza alcun rendimento? E davvero fino ai 9 anni continueranno a rimetterci denaro per avere il “privilegio” di prestarlo al governo di Lisbona, in bancarotta solamente una decina di anni fa?

Tre buone ragioni per guardare ai bond del Portogallo con sospetto

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