Mentre il premier Mario Monti lascia intravvedere uno scenario apocalittico sul futuro della sanità italiana, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha collocato anche oggi in asta 6 miliardi di titoli di stato a media e lunga scadenza. Si tratta per l’appunto della terza tranche del Btp 3.5% novembre 2017 (IT0004867070) per un ammontare  di 3 miliardi; e della settima tranche del Btp 5.5% 2022 (IT0004848831) per 2,98 miliardi di euro.

 

Rendimento Btp ancora in calo

Il rendimento lordo offerto, come ampiamente previsto dagli operatori alla vigilia, si è abbassato rispettivamente al 3,23% e al 4,45% a fronte di una buona domanda che ha visto richieste complessive arrivare a 11 miliardi di euro.

I rendimenti dei titoli di stato italiani sono così tornati ai livelli di quasi due anni fa lasciando ben sperare per una stabilizzazione dei tassi d’interesse del mercato obbligazionario nell’area euro. Il successo dell’asta odierna – commentano da Intesa Sanpaolo – è dovuto essenzialmente all’attesa per un prossimo taglio dei tassi d’interesse di un quarto di punto da parte della Bce, ma anche dal ritorno di fiducia degli investitori internazionali, come confermato dal restringimento del differenziale fra i Btp decennali e il bund tedesco di eguale durata. Lo spread tra Btp e Bund a 10 anni si tiene infatti sui minimi da oltre un mese, a 325 punti base dopo essere sceso fino a 310 a seguito dell’asta Bot di ieri quando sono andati sul mercato 7,5 miliardi di titoli a sei mesi che hanno visto i tassi scendere ai minimi da aprile 2010, sotto la soglia dell’l% (Crollano i tassi dei Bot a sei mesi ma l’Italia ha il fiato corto).

“Ci sono forti acquisti da parte di investitori esteri, che stanno facendo correre i Btp” – osserva un trader – anche se gli ordini non sono copiosi e massicci, fatto che potrebbe essere connesso con il riposizionamento dei portafogli di molti gestori di fondi d’investimento a 30 giorni dalla scadenza dell’anno solare.

 

L’Italia verserà almeno (altri) 3 miliardi di euro per aiutare la Grecia

 

Si chiude così la tornata delle aste dei titoli di stato italiani del mese di Novembre nel segno dell’ottimismo, anche se i problemi sul tappeto per l’economia italiana ed europea sono ancora molti. Già si parla di una nuova manovra economica correttiva ai conti pubblici di almeno 20 miliardi di euro per la prima metà del 2013 in considerazione del crollo del Pil della penisola, ma anche di misure strutturali che prevedono drastici tagli alla spesa della pubblica amministrazione e al numero dei dipendenti pubblici. Anche la sanità e l’assistenza sarebbero finite nel mirino dell’esecutivo per il 2013 e non è escluso che già un provvedimento anticipatorio del governo possa essere portato all’attenzione del parlamento prima della scadenza della legislatura. Sullo sfondo pesano gli aiuti alla Grecia. Il governo non ha ancora calcolato quanto potrebbero costare al nostro Paese i nuovi finanziamenti alla Grecia decisi ieri dall’Eurogruppo a Bruxelles. “Non abbiamo ancora fatto una stima”, ha risposto Grilli alla domanda di un cronista Reuters su quanto costeranno all’Italia i nuovi aiuti alla Grecia, ma la stima degli analisti è di 3-3,5 miliardi di euro. Lunedì notte i creditori internazionali della Grecia, Fmi incluso, hanno raggiunto una intesa per ricondurre il debito pubblico greco al 124% del Pil entro il 2020, alleggerendo lo stock di 40 miliardi di euro. Per questo è stato anche deciso di tagliare il tasso di interesse sui prestiti ufficiali, di estendere la durata tra 15 e 30 anni e garantire ad Atene una dilazione di 10 anni per il pagamento degli interessi. Misure che per gli analisti di Moody’s è comunque insufficiente. Per l’agenzia internazionale di rating, l’intesa tra i creditori internazionali di Atene porterà sollievo all’economia greca a corto di liquidità, ma il peso del debito pubblico rimarrà insostenibile e la probabilità che si dovrà intervenire sul taglio del valore nominale del debito greco, come ventilato solo pochi giorni fa dalle autorità economiche e monetarie, si fa sempre più concreta (Aiuti alla Grecia sbloccati ma resta l’idea di condonare il debito).