Mercoledì 26 ottobre, il Tesoro offrirà in asta BTp short term e BTp€i per un controvalore minimo di 3 miliardi e massimo di 4 miliardi di euro. Sarà la prima emissione sotto il nuovo governo della premier Giorgia Meloni. Nella mattinata odierna, lo spread BTp-Bund ha aperto sostanzialmente stabile a 233 punti base e il BTp a 10 anni offriva un rendimento anch’esso stabile al 4,61%. Dicevamo, 3-4 miliardi di capitali da raccogliere. Ecco le tre emissioni in oggetto:

  • BTp short term, 30 maggio 2024, cedola 1,75%, nona tranche, 2-2,5 miliardi (ISIN: IT0005499311)
  • BTp€i, 15 maggio 2026, cedola reale 0,65%, quindicesima tranche, 0,5-0,75 miliardi (ISIN: IT0005415416)
  • BTpei, 15 maggio 2033, cedola reale 0,10%, decima tranche, 0,5-0,75 miliardi (ISIN: IT0005482994)

Asta BTp, gira tutto attorno all’inflazione

Il BTp short term si acquistava venerdì scorso a meno di 98 centesimi sul mercato secondario, offrendo così un rendimento alla scadenza del 3,05%.

Niente male per un investimento della durata di appena un anno e mezzo. Certo, c’è da dire che il governo precedente ha stimato per l’anno prossimo un’inflazione del 4,3%, la quale più che azzererebbe il rendimento offerto dal bond.

Più interessanti sono forse i BTp€i, vale a dire i titoli di stato indicizzati all’inflazione Eurostat. La scadenza maggio 2026 offre agli attuali prezzi di mercato un rendimento reale dell’1,32%. Esso si confronta con il circa 3,60% del bond con cedola fissa. Pertanto, sconta un’inflazione media nell’Eurozona del 2,25% annuo.

Quanto all’altro BTp€i, stavolta di durata decennale, si acquista per circa 77 centesimi, cioè a forte sconto rispetto al suo valore nominale. Garantisce così un rendimento reale del 2,60%, che si confronta con il 4,60% del decennale italiano con cedola fissa. In questo caso, sconta un’inflazione media europea del 2%.

L’impatto della crisi energetica

L’asta di BTp indicizzati ci offre anche l’opportunità di investire in asset che proteggono dalla perdita del potere di acquisto.

E notiamo anche come l’inflazione attesa per l’Eurozona inizi a risultare per il medio-lungo termine inferiore a quella attesa in Italia. Quest’ultima si ricava grazie ai rendimenti espressi dai BTp Italia alle varie scadenze. Non accadeva da molto tempo. E’ da anni che il mercato sconta tassi d’inflazione europei superiori a quelli per l’economia italiana.

In un certo senso, possiamo affermare che tale inversione di tendenza sia dovuto con ogni probabilità all’impatto della crisi dell’energia, che sta avendo contraccolpi economici più duri su paesi come Germania e Italia. Ma va detto che, ad oggi, l’inflazione in Italia rimane inferiore a quella media dell’Eurozona: 8,9% contro 9,9% a settembre. E in Germania è volata al 10,9%.

Bisogna fare attenzione a questi dati, perché acquistare in asta BTp che proteggono da un’inflazione che poi risultasse inferiore alla perdita di potere di acquisto patita in patria non sarebbe un affare. Viceversa, se l’inflazione nell’Eurozona si rivelasse superiore alle previsioni del mercato, i titoli saranno stati acquistati a sconto.

[email protected]