Giovedì scorso, il Tesoro ha annunciato una nuova asta di BTp short term e BTp€i per domani 27 settembre. Sarà il primo appuntamento utile per verificare l’impatto dei risultati elettorali sull’appeal del debito pubblico italiano. L’importo complessivamente da raccogliere varia da un minimo di 2,75 a un massimo di 3,75 miliardi di euro. Nel dettaglio, i due titoli presentano le seguenti caratteristiche:

  • BTp short term, 30 maggio 2024, cedola 1,75% (ISIN: IT0005499311), settima tranche, 2-2,5 miliardi;
  • BTp€i 15 maggio 2033, cedola reale 0,10% (ISIN: IT0005482994), ottava tranche, 0,75-1,25 miliardi.

Rendimenti a breve sopra tassi conti deposito

I BTp short term, come sappiamo, da oltre un anno hanno rimpiazzato i CTz.

Sono titoli di stato della durata compresa tra un minimo di 18 a un massimo di 30 mesi. Sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana, questo titolo venerdì scorso esibiva una quotazione in area 98,30 centesimi, corrispondente a un rendimento lordo alla scadenza superiore al 2,80%.

Di fatto, il BTp short term ci consente di impiegare la liquidità a medio-breve termine in maniera più fruttifera di quanto potrebbe offrire un conto deposito bancario, pur in questa fase di rialzo dei tassi. Certo, se il tasso d’inflazione in Italia nei prossimi mesi non scendesse, il bond si rivelerebbe un investimento a perdere in termini reali.

Asta BTp indicizzati a inflazione Eurozona

Per questo motivo, il BTp€i 2033 potrebbe andare meglio al caso nostro. Si tratta di un bond indicizzato al tasso d’inflazione dell’Eurozona, rilevato dall’Eurostat. Venerdì scorso, il titolo presentava una quotazione di poco inferiore a 83 centesimi. Il rendimento lordo reale alla scadenza risultava essere, pertanto, di 1,90%. Il bond del Tesoro di pari durata e con cedola fissa, invece, rendeva quasi il 4,20%. Ne consegue che il mercato si aspetterebbe un tasso medio annuo d’inflazione europea del 2,30% da qui al prossimo decennio.

Da notare come questa aspettativa si riveli superiore al target BCE del 2%.

Il segnale sarebbe di un “surriscaldamento” stabile dei tassi d’inflazione nel medio-lungo termine. In pratica, non ritorneremmo ai livelli pre-Covid, quando i tassi d’inflazione nell’Eurozona furono stabilmente sotto il target. Si direbbe, quindi, che ciò sia una buona ragione per inserire in portafoglio qualche BTp€i.

L’asta BTp, comunque, ci fornirà una chiara indicazione di quale possa essere l’atteggiamento del mercato verso l’Italia dopo le elezioni politiche di ieri. E dopodomani, sarà già la volta dei BoT.

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