Venerdì 28 ottobre, il Tesoro punterà a raccogliere tra un minimo di 6,25 e un massimo di 7,50 miliardi di euro attraverso l’emissione di tre titoli di stati. L’asta riguarderà BTp a 5, 10 e CcTeu a 5 anni. Nel dettaglio, ecco quali saranno i bond offerti:

  • BTp 1 dicembre 2027, cedola 2,65% (ISIN: IT0005500068), 2,25-2,75 miliardi, nona tranche
  • BTp 1 maggio 2033, cedola 4,40% (ISIN: da attribuire), 3,25-3,5 miliardi, prima tranche
  • CcTeu 15 aprile 2026, cedola annualizzata 2,512%+spread 0,50% (ISIN: IT0005428617), 0,75-1 miliardo, 15-esima tranche

Sulla base dei prezzi di mercato odierni, il BTp a 5 anni esiterebbe un rendimento in area 3,70%.

Infatti, sul mercato secondario il titolo scambia a poco meno di 95 centesimi. Anche il CcTeu si acquista sotto la pari, pur di poco. A una quotazione di 99,31 centesimi, al momento renderebbe intorno al 2,80%. Questo bond è indicizzato al tasso Euribor a 6 mesi, il quale è salito ormai sopra 2,10%. Era a -0,54% a inizio anno.

Asta BTp, arriva il nuovo decennale

In pratica, l’acquisto di un CcTeu equivale a scommettere sul rialzo dei tassi di mercato. Ma la vera novità dell’asta BTp è il lancio del nuovo decennale. Il titolo avrà scadenza nel maggio 2033 e offrirà una cedola molto sostanziosa del 4,40% lordo annuo. Al netto dell’imposizione fiscale del 12,50%, essa sarà del 3,85%. Oggi, il BTp a 10 anni offre un rendimento del 4,40%, cioè perfettamente in linea con il tasso d’interesse del nuovo benchmark.

Al termine della scorsa settimana, il BTp a 10 anni era salito a un rendimento del 4,80%. Se vi tornasse con l’asta BTp medio-lunga di questo venerdì, la quotazione scenderebbe sotto la pari. Viceversa, se il rendimento continuasse a scendere, ci sarebbero buone probabilità di un’ascesa sopra la pari.

La cedola del 4,40% è la più alta offerta da diversi anni a questa parte. D’altronde, ancora all’inizio del 2022 il BTp a 10 anni rendeva circa 1,30%. Potrebbe essere una delle ultime occasioni per investire in un nuovo decennale con tasso così elevato.

Nei prossimi mesi, i rendimenti sovrani potrebbero ripiegare con l’eventuale arresto della stretta monetaria della BCE.

Rendimento e inflazione

Tra l’altro il rendimento decennale offerto sarebbe più che sufficiente per proteggere il capitale investito dalla perdita del potere di acquisto provocata dall’inflazione. Nel medio-lungo termine, essa è attesa al 2,50%. Questo significa che il rendimento reale netto dell’investimento risulterebbe alla scadenza essere stato di circa 1,30-1,40% all’anno. Chiaramente, nulla ci garantisce che l’inflazione non acceleri ulteriormente, sebbene la BCE abbia come mandato di mantenerla a un tasso di medio periodo del 2%. Nel caso in cui, invece, l’inflazione decelerasse oltre le previsioni attuali, il nuovo decennale ci offrirebbe un rendimento reale netto ancora più soddisfacente.

[email protected]