Martedì 14 marzo il Tesoro terrà la prossima asta di BTp a medio-lunga scadenza. Per l’occasione cercherà di raccogliere tra un minimo di 8 e un massimo di 9,75 miliardi di euro attraverso l’emissione di quattro titoli di stato. Nel dettaglio, ecco quali saranno i bond in offerta:

  • BTp 15 aprile 2026, cedola 3,80%, prima tranche (ISIN da attribuire), 3,5-4 miliardi;
  • BTp 15 dicembre 2029, cedola 3,85%, nona tranche (ISIN: IT0005519787), 2,5-3 miliardi;
  • BTp Green 30 aprile 2035, cedola 4%, quarta tranche (ISIN: IT0005508590), 1,5-2 miliardi;
  • BTp 1 marzo 2072, cedola 2,15%, seconda tranche (ISIN: IT0005441883), 0,5-0,75 miliardi.

La novità vera riguarda il debutto del nuovo bond a 3 anni.

Cedola interessante, anche se la durata del titolo appare corta per avere credibili chance di coprire per intero la perdita del potere di acquisto causata nel triennio dall’inflazione. Al netto dell’imposizione fiscale, imposta di bollo sul conto titoli compresa, il tasso d’interesse annuo scenderebbe a poco più del 3,10%. Tuttavia, da qui ai prossimi dodici mesi l’inflazione italiana dovrebbe attestarsi tra 4% e 5%. O per gli anni successivi scende bruscamente o il nuovo BTp a 3 anni non sarebbe capace di proteggere integralmente il capitale in termini reali.

Spostandoci sulle altre scadenze in offerta con l’asta BTp, troviamo la riapertura del secondo BTp Green emesso dal Tesoro. Attualmente, presenta una quotazione sotto la pari, in area 95,50 centesimi, pari a un rendimento lordo annuo alla scadenza del 4,55%. La durata non è molto lunga, essendo di poco superiore ai dodici anni da oggi. Tuttavia, forse per le famiglie più interessante risulterà il BTp a 7 anni per via della sua durata né lunga e né troppo breve. Anch’esso quota sotto la pari, a 98,60 centesimi ieri sera, offrendo un rendimento di oltre il 4,10% lordo all’anno.

All’asta BTp anche il bond a 50 anni

A queste condizioni, il BTp a 7 anni si mostra conveniente per un investimento familiare.

In teoria, dovrebbe più che coprire l’inflazione media attesa entro la scadenza. Infine, abbiamo il BTp 2072. La scadenza a 50 anni è interessante sia sotto il profilo del rendimento che delle potenzialità speculative. Come abbiamo avuto modo di scrivere più e più volte, in una fase di aumento dei rendimenti ad essere penalizzati sono soprattutto i bond di durata più lunga. Viceversa, quando i rendimenti scendono, i loro prezzi tendono a risalire velocemente. E questo consente a chi li ha acquistati a sconto, come in questi mesi, di rivenderli con lauti guadagni.

Per concludere, la prossima asta di BTp offre un ventaglio di soluzioni per l’investimento delle famiglie, dalle più brevi alle lunghissime scadenze. L’esatto titolo su cui puntare dipende dalle proprie finalità, oltre che dalle condizioni finanziarie disponibili. Acquistare un BTp 2072 potrebbe significare di doversi privarsi della liquidità per un periodo prolungato per non incorrere in perdite. Viceversa, un BTp a 3 anni non richiede sforzi da questo punto di vista, anche se priva l’investitore dei rialzi dei prezzi che si avranno in condizioni monetarie più espansive.

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