Sarà in asta domani il nuovo BTp a 7 anni, che il Tesoro proporrà in offerta per l’importo minimo di 3,5 e massimo di 4 miliardi di euro. In totale, includendo gli altri due titoli, punta a raccogliere tra 7,25 e 8,75 miliardi. Ma già dai numeri emerge come questa sarà la scadenza di punta. Il bond presenta come data di rimborso il 15 dicembre 2029 e la data di regolamento è stata fissata per il prossimo 15 dicembre, che cade di martedì. Interessante è il tasso d’interesse fissato: 3,85%.

L’attuale BTp a 7 anni, scadenza 1 agosto 2029, stacca una cedola del 3% su base annua.

Sulla base del rendimento vigente sul mercato secondario, possiamo prevedere che con ogni probabilità il titolo sarà emesso leggermente sotto la pari. Questo significa che il sottoscrittore dovrà versare al Tesoro qualcosa in meno del valore nominale per il quale desidera investire.

La cedola del 3,85% equivale a un tasso netto del 3,37%. Ricordiamo, infatti, che la tassazione incide per il 12,50%. Non è affatto male per un BTp a 7 anni, cioè della durata medio-lunga. In teoria, il solo incasso annuale delle cedole dovrebbe consentire all’obbligazionista di proteggere il suo potere di acquisto dall’erosione dell’inflazione.

BTp a 7 anni come opportunità

Questa scadenza è importante per due ragioni. La prima è che tendenzialmente capta l’orizzonte temporale medio di un investimento obbligazionario in Italia da parte delle famiglie. La seconda è che lo stesso debito pubblico italiano presenta una durata media di poco superiore ai 7 anni. Pertanto, il BTp a 7 anni segnala il costo medio dell’intero stock di titoli di stato in circolazione. All’inizio dell’anno, offriva un rendimento inferiore allo 0,80%. Da allora, è salito di oltre il 3%, cioè di circa il 22% lordo cumulato alla scadenza.

L’ascesa del rendimento deve anche farci capire quanto le condizioni di mercato possano variare repentinamente. Per chi possedeva titoli di stato pochi mesi fa, il rialzo di questa fase è stato senz’altro negativo.

Ha visto deprezzarsi il proprio investimento, il quale oltretutto gli frutta un rendimento molto minore a quello vigente sul mercato. Viceversa, chi acquista oggi ha la possibilità di inserire in portafoglio asset redditizi e al contempo di approfittare dell’eventuale futuro calo dei tassi, che si traduce nell’aumento dei prezzi.

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