ArcelorMittal vara un aumento di capitale da 3 miliardi di dollari. Il primo gruppo siderurgico mondiale, di fronte alla profonda crisi delle miniere e dell’acciaio, ha dovuto intervenire con una poderosa iniezione di capitali per tamponare le perdite accumulate che ammontano a ben 7 miliardi di dollari nel quarto trimestre. La notizia e’ arrivata insieme alla decisione di cedere la partecipazione del 35% detenuta in Gestamp per 875 milioni di dollari. In borsa, le azioni ArcelorMittal cedono il 6%, mentre le obbligazioni rimbalzano con vigore.

Il bond quinquennale in dollari ArcelorMittal 6,50% 2021 (US03938LAU89) mette a segno un rialzo del 9% a quota 87 (valeva 10 punti in meno a metà gennaio), mentre sulla parte brevissima della curva il titolo ArcelorMittal 5,50% che scade fra 12 mesi (US03938LAW46) è tornato sulla parità. Più marcato, infine, il rimbalzo del bond con scadenza 2041 e cedola 7,50% (US03938LAS34), passato in porco tempo da 32 a 75.  

ArceloMittal, il giudizio degli analisti

  Secondo le prime dichiarazioni dell’azienda, l’aumento di capitale e la contestuale vendita di Gestamp accelera il piano di riduzione del debito che al 31 dicembre ammontava a 15,7 miliardi. L’obiettivo di ArcelorMittal è quello di portarlo al di sotto dei 12 miliardi per rendere le attività del gruppo siderurgico sostenibili anche in presenza di un prolungamento del periodo congiunturale evitando che le agenzie di rating mettano ulteriormente mano alle forbici (Standard & Poor’s aveva già degradato ArcelorMittal a BB). Gli analisti di Berenberg, hanno dichiarato che quella di ARcelorMittal e’ stata una scelta precipitosa puntualizzando che gli investitori sono rimasti sorpresi dalla capacita’ dell’azioenda di cedere gli asset e che il mercato avrebbe reagito meglio a mosse meno affrettate. Di parere opposto sono gli esperti BNP Paribas che giudicano la mossa di ArcelorMittal coerente e decisa in un momento in cui gli investitori pretendevano chiarezza sulle future mosse del management per fronteggiare la crisi del mercato e la disarmante concorrenza cinese.