Le indiscrezioni dei giorni scorsi si sono rivelate azzeccate. Cassa depositi e prestiti (CDP) ha alzato i tassi d’interesse offerti sulle nuove emissioni dei Buoni fruttiferi postali. Qualche ritocco era già avvenuto nel mese di giugno, quando era scomparso, però, il Buono 5×5. L’investimento della durata massima di 25 anni consentiva ai risparmiatori di ottenere un tasso d’interesse annuale fino all’1,50%. Si moltiplicano le scadenze sulle quale è possibile puntare. Per chi volesse semplicemente parcheggiare il proprio denaro per il breve periodo, debutta Offerta Supersmart 360 giorni con tasso d’interesse dell’1%.

Nulla di entusiasmante, ma in banca ancora oggi un conto deposito vincolato per 12 mesi non ti offre nulla o quasi, mentre gli stessi titoli di stato non vanno oltre lo 0,50-0,70%.

Tassi per scadenze medio-lunghe

Tra i nuovi Buoni fruttiferi postali fa la sua comparsa anche il Buono 3 anni Plus per chi ha un orizzonte temporale medio-lungo per gli investimenti. Anche in questo caso gli interessi sono dell’1%. Allungando la durata, troviamo il Buono 3×2. Come fa intendere la denominazione, si tratta di un titolo della vita massima di 6 anni. Il tasso d’interesse sale fino all’1,75%. Raddoppia, invece, il tasso offerto sul Buono 3×4 dall’1% al 2%. Ancora meglio fa il Buono 4×4, che passa dall’1,25% al 3%. E il Buono ordinario, la cui durata massima è ventennale, arriva al 2%.

Infine, il Buono dedicato ai minori subisce un ritocco dal 2,50% al 3,50% massimo. Tra i Buoni fruttiferi postali, questo risulta certamente il più vantaggioso. Presenta, però, alcune peculiarità. L’intestatario deve essere un soggetto minorenne e il titolo cessa di produrre interessi al compimento del 18-esimo anno. In altre parole, la durata massima è proprio di 18 anni per il caso in cui il buono fosse intestato a un nascituro.

Confronto tra Buoni fruttiferi postali e BTp

Dunque, i Buoni fruttiferi postali sono diventati convenienti? Mentre scriviamo, i titoli di stato offrono quasi l’1,70% per la scadenza a 3 anni, il 2,45% sui 6 anni, il 3,30% sui 12 anni, il 3,40% sui 16 anni e quasi il 3,50% sui 20 anni.

In generale, quindi, i BTp continuano a battere i Buoni fruttiferi postali, sostanzialmente a parità di rischio e tassazione. Ma sappiamo che tra le due tipologie d’investimento esistono differenze tecniche da non sottovalutare, specie per chi intende investire nel medio-lungo periodo e di cui vi abbiamo dato conto.

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