Agosto ha segnato una svolta storica per la Grecia per via dell’uscita del paese dalla procedura di sorveglianza legata ai tre salvataggi pubblici internazionali tra il 2010 e il 2015. Da pochi giorni, in buona sostanza, Atene è tornata ad essere come ogni altra capitale europea. Non vi sono più particolari controlli sui suoi conti pubblici, anche se il ritorno alla normalità è più formale che sostanziale. L’economia ellenica è in ginocchio rispetto ai livelli pre-crisi del lontano 2007. Il debito pubblico flirta ancora con la soglia del 200% del PIL e i conti pubblici si tengono a galla grazie ai prestiti dei partner europei, per il momento a zero interessi e senza obbligo di restituzione immediata.

Il rischio sovrano resta alto, se è vero che i rating continuano ad essere “non investment grade” per tutte le agenzie di valutazione. Ciò si riflette in spread elevati per i bond della Grecia. Il rendimento a 10 anni si attestava ieri al 4,20% contro poco meno del 4% dell’Italia. Era a +265 punti base rispetto al Bund tedesco.

A settembre, il mercato dovrebbe accogliere l’emissione di un nuovo bond della Grecia. Per quest’anno, il Tesoro aveva fissato emissioni per complessivi 12 miliardi, tagliate in corso d’opera a 10 miliardi per via delle peggiorate condizioni di mercato. Ad oggi, però, ha emesso titoli per 6,9 miliardi. Pertanto, gli analisti si aspettano un altro bond della Grecia per 2-2,5 miliardi. Su quale scadenza? Le opinioni divergono tra chi ritiene che sarà di 15-20 anni e chi di 10-15 anni.

Quale nuovo bond della Grecia

Non dovrebbe esserci una nuova tranche del bond 18 giugno 2032 e cedola 1,75%. A luglio, la riapertura del decennale raccolse 3 miliardi. Va detto, però, che oggi puntare su questo titolo significherebbe incassare liquidità per circa il 20% in meno del valore nominale, a causa dello sconto preteso dal mercato per via della bassa cedola offerta.

E’ pur vero che il paese non abbia bisogno di capitali freschi, possedendone per una trentina di miliardi in eccesso rispetto al fabbisogno. Ed è altrettanto vero che così pagherebbe di anno in anno interessi bassi agli obbligazionisti. Ma una scadenza con cedola aggiornata ai rendimenti vigenti consentirebbe ad Atene di disporre di maggiore denaro da utilizzare per contrastare gli effetti della crisi energetica.

Se siete tra coloro che non credono al rischio di un nuovo default ellenico dopo la ristrutturazione del debito già avvenuta nel 2012, guarderete con appetito agli alti rendimenti offerti dalla curva. L’unico caso nell’Eurozona ad essere persino a premio sui BTp. E se il rating anche solo di una delle principali agenzie (S&P, Fitch, Moody’s e DBRS) tornasse in area “investment grade”, la BCE avrebbe modo di acquistare i bond della Grecia anche nell’ambito dei reinvestimenti effettuati con il “quantitative easing”. Sempre che al board di settimana prossima non siano azzerati, un fatto che il mercato sovrano ellenico forse ha iniziato parzialmente a scontare, come dimostrano gli alti spread in risalita.

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