Alla vigilia del vertice tra Donald Trump e Vladimir Putin in Alaska, Bitcoin ha salutato l’evento a modo suo, ossia segnando un ennesimo record sopra 124.000 dollari. La capitalizzazione di mercato per la criptovaluta più popolare al mondo è salita fin quasi a 2.500 miliardi, mentre la capitalizzazione di tutte le crypto emesse e in circolazione ha toccato i 4.200 miliardi. Dall’inizio dell’anno i guadagni superano il 30%. E pensare che nei giorni successivi all’annuncio dei dazi americani il token digitale era sprofondato a 75.000 dollari, toccando ad oggi il minimo dell’anno. Da allora il rialzo supera il 60%.
Sale propensione al rischio
Il nuovo record di Bitcoin lancia un segnale positivo ai mercati finanziari.
Svela cha la propensione al rischio tra gli investitori stia lievitando, un fatto che sostiene anche la corsa dei mercati azionari e il restringimento degli spread tra titoli di stato nell’Eurozona. Ieri, ad esempio, il rendimento decennale italiano sovrastava quello francese di appena 14 punti base o 0,14%, mai così basso sin dal lontano 2008. Con il Bund la differenza è scesa ormai sotto gli 80 punti o 0,80%.
Poiché i titoli di stato italiani sono percepiti maggiormente a rischio degli altri nell’area, l’accresciuta generale propensione al rischio li avvantaggia. Gli stessi Bitcoin, pur ormai sdoganati tra la grande finanza, restano un asset tendenzialmente considerato molto volatile e rischioso. Quando sale, significa che il mercato è disposto ad assumersi questo rischio. Viceversa, quando scende. A trainarne le quotazioni c’è anche l’attesa per un possibile taglio dei tassi di interesse a settembre da parte della Federal Reserve.
Record Bitcoin legato anche ai tassi FED
I dati sull’inflazione americana a luglio si sono mostrati stabili. Gli economisti continuano a ritenere che i dazi impatteranno sui prezzi al consumo nei prossimi mesi, ma aumentano le probabilità che il governatore Jerome Powell si trovi nelle condizioni di allentare di un altro po’ la politica monetaria USA.
L’ultimo record di Bitcoin ha molto a che fare con i tassi. Un costo del denaro più basso inietta liquidità sui mercati e stimola gli acquisti anche di criptovalute. Per non parlare del timore che possa stimolare la ripresa dell’inflazione. Questi asset si ripromettono proprio di tutelare il potere di acquisto del capitale investito.
giuseppe.timpone@investireoggi.it


