Non è fattibile la rottamazione delle cartelle in 10 anni e 120 rate, come proposto dalla Lega con la proposta di legge depositata in Parlamento ormai da mesi. Col passare dei giorni, questa constatazione diventa sempre più una certezza. Le coperture finanziarie della prossima manovra del governo Meloni, stimata intorno ai 16 miliardi di euro, non sembrano infatti sufficienti per sostenere provvedimenti di così ampio respiro. Per questo motivo si stanno cercando correttivi anche alla rottamazione quinquies, misura che comunque tutti danno ormai per certa. La rottamazione entrerà dunque nella manovra finanziaria, ma non nella versione voluta dal Carroccio: le rate dovranno essere ridotte.
E, secondo le ultime indiscrezioni, una soluzione di compromesso sembra essere stata trovata.
Le rate della discordia per tutte le vecchie rottamazioni delle cartelle esattoriali
La nuova rottamazione delle cartelle che il governo Meloni si appresta a varare presenterà alcune differenze rispetto ai precedenti provvedimenti, pur mantenendo gli stessi vantaggi principali per i contribuenti. Come sempre, la cancellazione di sanzioni, interessi e diritti di riscossione rappresenta l’aspetto più rilevante, con un conseguente taglio consistente dell’importo complessivo del debito.
Resta però sul tavolo l’ipotesi di escludere dalla nuova sanatoria chi è decaduto da precedenti rottamazioni, come una sorta di “penalità”. A differenziare la rottamazione quinquies dalla quater, tuttavia, saranno soprattutto il numero di rate e le modalità di pagamento.
È proprio il meccanismo delle rate ad essere finito sotto osservazione. La rottamazione quater prevedeva infatti un massimo di 18 rate trimestrali dal 2023 al 2027: le prime due, pari al 20% del debito complessivo, e le restanti 16, di importo costante, per il restante 80%. Il mancato pagamento anche di una sola rata, oltre i 5 giorni di tolleranza, comportava la decadenza dai benefici, con il ripristino del debito originario maggiorato di sanzioni, interessi e aggi di riscossione.
Nuova rottamazione delle cartelle esattoriali ma con rate ristrette: cos’è la versione short della sanatoria
La nuova rottamazione nasce con l’obiettivo di superare le criticità evidenziate nella rottamazione quater. Le rate saranno più lunghe, ma non fino alle 120 mensilità inizialmente proposte. Allo stesso tempo, si punta a una decadenza più flessibile, che permetta di saltare fino a 8 rate senza perdere il beneficio.
Secondo le ultime ipotesi, con la rottamazione quinquies sarà possibile spalmare il debito fino a 108 mesi, cioè 9 anni anziché 10. Si tratta quindi di una versione “short” della sanatoria, con rate mensili e non più trimestrali. Le prime rate non dovrebbero essere “maxi”, o al massimo potrebbe essere prevista una prima rata pari al 5% del debito residuo, al netto di sanzioni, interessi e aggi.
Sanatoria a 108 rate e in 9 anni, ma non per tutti
Le principali novità della nuova rottamazione quinquies sono dunque: rate mensili, piano di pagamento più lungo e regole di decadenza meno rigide. Tuttavia, una dilazione così ampia non sarà concessa a tutti i contribuenti, ma solo a chi ha debiti di importo elevato.
Sembra infatti che verrà fissato un limite minimo per l’importo di ciascuna rata, che non potrà essere inferiore a 50 euro, come già previsto per i piani di rateazione ordinaria.
Di conseguenza, solo chi ha un debito pari o superiore a 5.400 euro potrà beneficiare del piano massimo di 108 rate in 9 anni.
Per gli altri contribuenti, la durata sarà proporzionalmente più breve:
- per 2.000 euro di debito, il piano si estenderà su circa 40 mesi;
- per 1.500 euro, su 30 mesi;
- per 1.000 euro, su 20 mesi.
In sintesi, la nuova rottamazione quinquies offrirà ancora un’importante opportunità di regolarizzazione per molti cittadini. Ma con tempi più realistici, rate più sostenibili e regole meno punitive, in un equilibrio tra sostenibilità finanziaria e beneficio per i contribuenti.