La Westminster Magistrates Court di Londra ha emesso l’ordine di estradizione per Julian Assange negli Usa. A meno di un ricorso dell’ultima ora da parte dell’Alta Corte, ora sarà il ministro degli Interni, Priti Patel, a definire il trasferimento dell’attivista australiano negli Stati Uniti. Il fondatore di Wikileaks, infatti, rischia una condanna per aver contribuito alla diffusione di documenti riservati sui crimini di guerra commessi dalle forze militari americane in Iraq e Afghanistan. Un fatto che fece molto scalpore pochi anni fa e occupò per molte settimane le prime pagine dei media.

Ma che cosa ne sarà di Assange se sarà estradato negli Stati Uniti?

Estradizione Assange, gli avvocati hanno a disposizione 4 settimane per evitarla

Gli avvocati di Assange, ora hanno a disposizione 4 settimane per evitare l’estradizione ma le probabilità di successo non sono molte. In precedenza, infatti, la Corte suprema non aveva voluto riesaminare il caso e ciò fa pensare che per Assange le possibilità di evitare l’estradizione sono ridotte al minimo.

Durante l’ordine di estradizione, che era stato emesso da dal giudice Paul Goldspring, Assange non era presente in aula ma si era collegato in videoconferenza dal carcere londinese di massima sicurezza di Belmarsh, dove ormai si trova da tre anni.

Attivisti di Wikileaks hanno protestato davanti al tribunale di Westminster

L’attivista si è anche sposato lo scorso 23 marzo con con l’avvocatessa sudafricana Stella Morris da cui ha avuto anche due figli durante il periodo d’asilo nell’ambasciata ecuadoriana. La moglie di Assange oggi oggi presente all’udienza nello spazio dedicato al pubblico.

Attualmente, il trasferimento di Assange negli Usa sembra scontato considerando anche i rapporti che Londra ha con gli americani. Intanto, una volta comunicata la decisione dell’estradizione di Julian Assange, gli attivisti di Wikileaks davanti al tribunale di Westminster hanno iniziato una protesta andati per tutta la giornata.