Il settore dei voli aerei continua ad essere al centro dell’attenzione, non solo per i rincari dei voli. Ogni volta che si compra un biglietto aereo, compreso nel prezzo c’è anche la tassa d’imbarco, come viene chiamata comunemente l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco. Si tratta di un balzello che conoscono in pochi, pagato dai passeggeri italiani e che l’aeroporto di partenza del volo deve poi destinare alle casse dello Stato.

Nel 2023 le cose cambieranno, ma non in meglio.

E’ infatti in previsione un aumento dell’imposta di imbarco per il prossimo anno, che andrà così a gravare ulteriormente sul costo dei biglietti. Il classico esempio di danno oltre la beffa, dato che nell’ultimo periodo i prezzi dei biglietti sono rincarati in maniera esponenziale per colpa della guerra e del caro energia. E se ci mettiamo anche il possibile aumento della tassa di soggiorno il gioco è fatto.

Voli aerei e imposta di imbarco, quali sono gli aeroporti dove aumenterà nel 2023

Il rialzo più consistente dell’imposta di imbarco si registrerà all’aeroporto Marco Polo di Venezia, dove il balzello crescerà di 2,50 euro. La tassa dovrà essere pagata da tutti quelli che acquisteranno un biglietto per un aereo in partenza da Venezia. Non è invece dovuta sui voli che atterreranno nel 2023 sullo scalo veneto.

Un aumento di 1 euro è previsto anche all’aeroporto Capodichino di Napoli. Nella città partenopea il rialzo interesserà anche i biglietti di navi e traghetti. L’unica eccezione sarà fatta per i pendolari, mentre tutti gli altri (anche i residenti non pendolari) dovranno sottostare all’imposta stabilita dalla regione Campania.

Lo stesso rincaro interesserà l’aeroporto di Lecce, dove si è stabilito inoltre che nel 2024 l’imposta di imbarco salirà di altri due euro. Aumenti previsti anche in altri scali come Napoli, Venezia e Lecce.

Come giustamente osservato dal quotidiano milanese, l’imposta di imbarco è destinata a restare nel nostro Paese ancora a lungo. E dire che nel 2004, anno della sua introduzione, era stato detto che sarebbe durata soltanto per pochi mesi. Da allora ad oggi sono trascorsi quasi vent’anni e l’importo è cresciuto da 1 euro iniziale a 6,50 euro a passeggero.

Emendamento alla manovra finanziaria: tassa di soggiorno a 10 euro nelle grandi città

Federico Gianassi, parlamentare di Firenze, e Andrea Gnassi, ex sindaco di Rimini, hanno presentato un emendamento alla manovra finanziaria che prevede l’aumento della tassa di soggiorno fino a 10 euro nelle grandi città. Se venisse confermato, i turisti vedrebbero aumentare le tariffe alberghiere in maniera importante, con il rischio per i titolari delle strutture ricettive di vedere diminuire il numero di prenotazioni.